18 aprile 2024
Aggiornato 15:00
La Gran Bretagna al voto

Cameron forte, Brown senza speranze

Questa la sintesi degli editoriali dei principali quotidiani britannici. Ma l'animatore della campagna elettorale è Nick Clegg

LONDRA - Nick Clegg il vincitore, David Cameron ancora il più forte e Gordon Brown senza troppe speranze: questa la sintesi degli editoriali dei principali quotidiani britannici dopo il secondo dibattito televisivo fra i candidati, a due settimane dal voto. «L'ultima settimana ci aveva consegnato una gara fra tre partiti: il secondo dibattito ha dimostrato che - non fosse per un sistema elettorale che potrebbe salvare una formazione che affonda - la questione riguarda solo due candidati, entrambi i quali possono credibilmente vantare di rappresentare il cambiamento. Brown, chiaramente, non può»: l'affondo del - conservatore - The Times non lascia scampo al premier laburista.

Quanto a Clegg, rappresenta «una presenza credibile nel panorama politico che grazie alla forza del suo appeal televisivo sta rendendo un nuovo allineamento realisticamente possibile» ma, avverte il Times, alcuni aspetti del suo programma sono «preoccupanti», come la contrarietà al nucleare inteso sia come fonte di energia che come deterrenza missilistica.

Il progressista The Guardian sottolinea come nel dibattito «nessuno abbia vinto la battaglia ideologica: ma se Cameron avesse inciampato, avrebbe potuto perdere le elezioni. Brown, per la prima volta, avrà ridato speranza al Labour ma anche i suoi amici più cari non potranno fare a meno di sospettare che si tratti di un'illusione; di nuovo, è stato Nick Clegg a presentarsi sul palco, spiegare quello in cui crede e dimostrare perché la campagna elettorale è una questione di nuovo viva».

«Se gli elettori volevano vedere delle differenze tra i tre principali partiti, dovranno guardare altrove», continua il Guardian, secondo il quale gli elettori «potrebbero chiedersi se i partiti abbiano qualcosa di sostanziale - o almeno di diverso - da dire sulla politica estera». Da questo punto di vista, conclude il Guardian, «la dichiarazione più infelice è stata all'accusa di anti-americanismo rivolta a Clegg da Brown: non lo è, ed essersi opposto alll'intervento in Iraq non è un peccato».