19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Si elegge presidente «verso l'Ue»

Attesa per il ballottaggio in Croazia

Il paese torna alle urne per decidere tra il socialdemocratico Ivo Iosipovic e il sindaco di Zagabria Milan Bandic

ZAGABRIA - La Croazia torna alle urne domani per decidere chi - tra il socialdemocratico Ivo Iosipovic e il sindaco di Zagabria Milan Bandic - porterà il Paese nell'Ue. Secondo gli ultimi sondaggi, Iosipovic si attesta al 55,2% dei voti e lo sfidante indipendente al 44,8%. Un rapporto di forze apparentemente definitivo, ma va notato che che Bandic è andato costantemente salendo nelle intenzioni degli elettori: al primo turno aveva raccolto solo il 14,8% delle schede e una settimana fa era dato al 33,7% delle preferenze.

Comunque Iosipovic - professore di diritto 52enne esperto di normative internazionali e compositore di musica classica - parte favorito. La scommessa di Bandic, 54 anni, espulso dal Partito democratico proprio per la sua candidatura, è quella di coalizzare i consensi 'dispersi' dei conservatori al potere, divisi al primo turno tra vari candidati, tutti usciti di scena.

Ma la Comunità democratica croata (Hdz), il partito che fu di Franjo Tudjman, più che costruire una prospettiva politica sembra impegnato in questa fase a regolare i conti al suo interno.

L'ex primo ministro Ivo Sanader, l'uomo forte dell'Hdz, alcuni giorni fa ha attaccato violentemente l'attuale leader del partito, Jadranka Kosor. Per tutta risposta, la direzione della compagine politica l'ha escluso dal partito, sostenendo che l'ex premier ha pagato così il prezzo della diffusa corruzione. Il popolo di destra, insomma, appare confuso e più orientato, secondo i sondaggi, a disertare le urne. Come d'altronde è accaduto al primo turno, quando solo il 44 per cento dei 4,4 milioni di aventi diritto s'è recato alle urne e a pagare maggiormente le spese dell'astensionismo è stata proprio l'Hdz.

Josipovic è rappresentante di una sinistra moderata. Eletto al Parlamento nel 2003, ha promesso di lottare contro «la profonda ingiustizia sociale» e ha misurato il senso della sua candidatura sulla sua biografia: quello di un esponente politico mai sfiorato da accuse di corruzione. L'altra faccia della medaglia, però, è che si tratta di un candidato - secondo i suoi detrattori - grigio, non dotato di temperamento, personalità ed esperienza politica.

Sullo sfondo di questa campagna elettorale, un fatto epocale a cui Zagabria si sta preparando. La Croazia punta a diventare nel 2011 o 2012 membro nell'Unione europea. Un obiettivo ambizioso, per un paese in balia di una forte corruzione sia nel settore delle imprese che in quello della pubblica amministrazione.