3 ottobre 2025
Aggiornato 04:30
Esteri. Iraq

In Iraq esplodono violenze contro i gay, decine di omicidi nel 2009

La milizia di al-Sadr crea i «guardiani della morale»

NEW YORK - Rapimenti, pestaggi, minacce e uccisioni indiscriminate. Per le strade dell'Iraq da mesi serpeggia una nuova forma di violenza che è cresciuta parallela agli attacchi contro i soldati stranieri e che ha preso di mira la comunità omosessuale del Paese. Una piaga esplosa nel 2009 di cui ha cominciato a occuparsi anche l'Onu che ha inviato ad aprile una missione di 10 giorni per verificare il rispetto dei diritti umani a Baghdad. Da allora però gli omicidi hanno continuato ad aumentare e nessuno fino ad oggi è stato accusato per le quotidiane uccisioni dei gay in Iraq.

Una lunga inchiesta del mensile Foreign Policy ha registrato centinaia di casi di violenze, torture e estorsioni familiari dovute al riaccendersi dell'odio nei confronti della minoranza gay da parte delle milizie locali, decise a ristabilire i presunti criteri di moralità in Iraq. Al centro delle accuse ci sono gli uomini di Moqtada al-Sadr, uno dei luogotenenti di al Qaida nella regione. La strategia sarebbe quella di riunificare il fronte estremista creando dei veri e propri «guardiani della moralità».

L'ultima testimonianza è quella di Hamid, un uomo di Baghdad che una sera di aprile ha assistito all'omicidio del suo compagno e di altri tre uomini mentre si trovava in un locale della capitale irachena. Due di questi sono stati prelevati dalle loro case e letteralmente massacrati per le strade della città in aprile. Le autorità non hanno mai proseguito nelle indagini e nei giorni seguenti gli stessi uomini sono andati a cercare Hamid in casa sua minacciando i membri della sua famiglia. Violenze rimaste finora in ombra a causa della guerra in corso che ha attirato l'attenzione dei media sugli attacchi quotidiani nei confronti dei soldati della Nato.

A scatenare le violenze degli estremisti bastano magliette troppo affusolate o qualunque comportamento che possa mettere in discussione la «virilità» degli uomini iracheni e la rigidità della struttura patriarcale nelle provincie del Paese. Attacchi ai gay sono stati lanciati anche nelle moschee irachene dove gli estremisti lanciano l'allarme sulla mascolinità a rischio della società tradizionale.

I guardiani della «virilità» irachena invocano da tempo i valori della morale contro gli invasori stranieri che avrebbero corrotto la società tradizionale. Una situazione sempre più preoccupante secondo gli osservatori internazionali che temono un ulteriore aumento delle violenze nei propri mesi parallelamente al lento ritiro dei soldati della Nato.