19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Esteri. Pakistan

Abdul Khan: «Sono libero, nonostante paure Washington»

Il padre della bomba atomica pachistana lo ha confermato a giornalista Afp

ISLAMABAD - Il padre della bomba atomica in Pakistan, lo scienziato Abdul Qadeer Khan, agli arresti domiciliari dal 2004, cioè da quando ha confessato le sue attività di proliferazione in Iran, Corea del Nord e Libia, ha assicurato di essere di nuovo un cittadino libero, nonostante le preoccupazioni di Washington.

Grazie ad Allah, è vero», ha confermato ad Afp colui che nel paese è semplicemente chiamato 'A.Q.'. «Siete un uomo libero?», gli ha chiesto un giornalista di France Presse. «Grazie ad Allah, sì», ha ripetuto. La revoca delle restrizioni è stata confermata dal suo avvocato, Syed Ali Zafar. «Per quanto riguarda la polizia, non impediremo alcuno dei suoi movimenti», ha detto da parte sua un alto responsabile delle forze dell'ordine della capitale pachistana.

L'Alta Corte di Islamad ha ordinato lo scorso 6 febbraio di concedere la libertà al cittadino Khan, 72 anni e malato, ma la polizia e l'esercito hanno continuato a mantenere i domiciliari e a limitare i suoi spostamenti. Alla fine della settimana scorsa, dopo una denuncia del professore Khan, l'Alta corte di Giustizia di Lahore ha intimato l'ordine alle autorità do spiegare queste restrizioni, fissando una nuova udienza per il 4 settembre. Il governo avrebbe allora spiegato che si trattava di misure per proteggere Khan da eventuali rapimenti, in particolare da parte dei servizi segreti esteri o da militanti islamici.

Gli Stati Uniti ritengono che in Pakistan sia ancora seria la minaccia di prolificazione nucleare, e hanno messo in guardia dall'ennesimo allarme sulla possibilità che i terroristi o gli Stati che li favoriscono entrino in possesso di armi atomiche. Un rischio che loro vedono nella libertà concessa a Khan: «Riteniamo che Khan rappresenti tuttora un grave rischio per la prolificazione e abbiamo espresso chiaramente le nostre inquietudini al governo pachistano», ha detto un funzionario dell'amministrazione americana che studia i programmi nucleari internazionali.

Khan confessò nel 2004 di aver fatto parte della rete internazionale volta a mettere a punto le armi atomiche di Pakistan, Libia, Iran e Nord Corea ma fu immediatamente graziato dal presidente pachistano, Pervez Musharraf. La decisione a febbraio dei giudici pachistani di dichiararlo a tutti gli effetti «un cittadino libero», che gode della libertà di movimento all'interno del Paese, non è bastata. Khan rimane un personaggio scomodo per il controspionaggio internazionale, secondo il quale l'uomo, che negli ultimi anni è divenuto di fatto un eroe nazionale per aver cercato di dotare le nazioni musulmane delle armi nucleari, è ancora pericoloso.