29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
G8 DELL'AQUILA

Clima, Ban critica i Grandi: progressi non sufficienti

Obama a Lula: «C'è ancora tempo per ridurre il gap con emergenti»

L'AQUILA - Sul clima, l'obiettivo del G8 dell'Aquila è oggi vincere le resistenze delle potenze emergenti e inquinanti come Cina e India. L'accordo raggiunto ieri dai paesi industrializzati per dimezzare le emissioni globali dei gas serra entro il 2050 e per abbattere le proprie dell'80%, non soddisfa però le Nazioni Unite. Raggiungendo l'Aquila, stamattina, il segretario generale dell'Onu Ban ki-Moon ha sostenuto che i nuovi target del G8 «non sono sufficienti». La lotta contro il riscaldamento globale, secondo il diplomatico sudcoreano, è «un imperativo politico e morale, una responsabilità storica per il futuro dell'umanità».

Dopo le sessioni dedicate al formato G8 + G5 (Messico, Sudafrica, India, Cina e Brasile) + uno (l'Egitto), nel pomeriggio Ban parteciperà alla grande riunione sul climate change presieduta dal leader Usa Barack Obama. Al MEF (Major Economies Forum) parteciperanno i G8, i G5 più Australia, Indonesia e Corea del sud, più la Danimarca, nel ruolo di presidente della conferenza mondiale sul clima del prossimo dicembre.
Un formato, quest'ultimo, davvero rappresentativo visto che equivale a circa l'80% delle emissioni globali. Il documento finale del forum, atteso in serata, dovrebbe limitarsi a riconoscere l'opinione scientifica secondo cui l'incremento della temperatura media globale al di sopra dei livelli pre-industriali non dovrebbe eccedere i due gradi centigradi.

In un incontro bilaterale a margine dei lavori, stando alla ricostruzione della Casa Bianca, Obama ha detto al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva che c'è ancora tempo per ridurre il gap sulle questioni climatiche fra gli industrializzati e gli emergenti. Per il presidente Usa, i progressi in questione potrebbero essere compiuti prima dei nuovi colloqui Onu sul post-Kyoto di fine anno a Copenaghen.

Quanto a Lula, ritiene che l'obiettivo dell'80% per i paesi sviluppati «non è credibile» senza che siano fissate delle tappe intermedie. Anche l'India si è già lamentata che i 'long-term targets' (gli obiettivi sul lungo termine) per il 2050 siano troppo vasti e che il G8 stia bucando il cruciale passaggio intermedio del 2020 che renderebbe il piano sui quarant'anni decisamente più realistico.