6 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Pirati somali

Italia aumenta pressione su predoni: arriva seconda nave

«Comandante Borsini» in transito nell'area, potrebbe restarci

ROMA - L'Italia rafforza la sua presenza nel Corno d'Africa. Mentre il negoziato per il rilascio degli ostaggi del Buccaneer resta in una fase di stallo, la Marina militare italiana schiererà nel Golfo di Aden il pattugliatore 'Comandante Borsini', che proprio in questi giorni transiterà nell'area. La nave è attualmente impegnata in attività di scorta del pattugliatore 'Fateh' della Marina militare irachena ed ha come sua destinazione finale il Golfo Persico. Ma secondo quanto appreso da Apcom, al termine della sua missione, potrebbe fermarsi per qualche tempo al largo delle coste somale al fine di fornire un ulteriore contributo alla lotta alla pirateria.

Nel Golfo di Aden operano già due navi italiane: la 'Maestrale', che risponde alla missione Atalanta dell'Unione europea, e la San Giorgio, nave di assalto anfibio impegnata in attività di perlustrazione. Quest'ultima, che non risponde alla linea di comando Ue, «opera comunque in coordinamento con Nave Maestrale, con la quale è in costante contatto per un necessario scambio di dati e informazioni».

Il Pattugliatore 'Comandante Borsini', da parte sua transiterà dal Golfo di Aden nei prossimi giorni. Di ritorno dal Golfo Persico, la nave potrebbe fermarsi al largo delle coste somale, sebbene la Marina militare italiana non abbia ancora ricevuto un ordine ufficiale, in tal senso, dal ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Se ne sta discutendo, ma sarebbe la decisione più logica», riferisce una fonte ad Apcom. «Come sempre tutto è legato ai fondi. Al momento la nave è finanziata soltanto per la sua attività di scorta del 'Fateh'. Quindi bisognerebbe stanziare nuovi fondi per la sua nuova destinazione».

Altra questione è l'ambito giuridico entro il quale la nave sarà chiamata ad operare. «Non è certo», riferisce la fonte, «che la sua attività venga inquadrata nella missione europea Atalanta. O almeno non subito. Fino ad allora, la sua attività sarà svolta in accordo alla Convenzione di Montego Bay, firmata nel 1982, che fornisce il supporto giuridico per l'intervento in caso di atti di pirateria». Tra l'altro, conferma una fonte, l'articolo 11/35 del Codice italiano della navigazione ha fatto sua la norma internazionale, garantendo la necessaria copertura giuridica in caso di intervento della Marina contro i pirati.