6 maggio 2024
Aggiornato 22:00
Diritti Umani

Scontro tra Clinton e Pechino su vittime Tiananmen

Il Segretario di Stato Usa vuole la verità su morti e scomparsi

PECHINO - La Cina ha espresso il suo «profondo malcontento» per l'appello lanciato ieri dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, affinché Pechino sollevi il silenzio ventennale sui fatti di piazza Tiananmen rivelando la verità su morti, detenuti e scomparsi.

Le parole di Clinton implicano «accuse senza fondamento contro il governo cinese. Esprimiamo il nostro profondo malcontento», ha dichiarato il portavoce del ministero cinese degli Esteri, Qin Gang. In un comunicato diffuso ieri, il Segretario di Stato Usa chiedeva al regime cinese un bilancio della repressione: «Una Cina che ha fatto enormi progressi economici e sta emergendo per prendere un giusto ruolo nella leadership globale dovrebbe riesaminare apertamente gli eventi oscuri del suo passato e dovrebbe fornire un bilancio ufficiale delle persone uccise, detenute o scomparse. Clinton ha poi chiesto a Pechino di liberare coloro che sono ancora in prigione per aver preso parte alle proteste e chiede che terminino le vessazioni nei confronti delle Madri di Tiananmen che da 20 anni chiedono informazioni sui figli scomparsi. Il giorno prima anche il Congresso Usa aveva lanciato un appello simile in una risoluzione approvata in modo quasi unanime.

La Cina ha scelto l'arma del silenzio per il ventesimo anniversario delle proteste, soffocate nel sangue nella notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989, ma in questo modo si è attratta le critiche della comunità internazionale.