20 aprile 2024
Aggiornato 11:30

Filippine: Vagni è vivo, negoziati ancora in corso

Sarebbe ancora con Abu Sayyaf. Blitz solo se successo «realistico»

Eugenio Vagni, l'operatore italiano della Croce Rossa rapito nelle Filippine, è ancora nelle mani del gruppo Abu Sayyaf, la formazione di ribelli islamici che lo ha sequestrato. A riportarlo è il sito del giornale filippino Inquirer, secondo cui i negoziati per la sua liberazione sono ancora in corso.

In ogni caso, l'ostaggio italiano è ancora vivo: ad affermarlo all'Inquirer è stato un portavoce che ha citato il ministro dell'Interno delle Filippine, Ronaldo Puno, e il governatore di Sulu Abdusakur Tan: «Entrambi hanno espresso ottimismo sul fatto che Vagni è al sicuro, che le forze governative sono padrone della situazione e che sono ottimisti che ci sarà un esito pacifico della crisi», ha detto il portavoce Cerge Remonde. «Anche se è vero che soffre», ha aggiunto riferendosi alle notizie secondo cui Vagni è malato di ernia e può camminare a stento, «sta ancora bene (he's still ok, ndr)».

Sia il portavoce governativo che il Brigadiere Generale Gaudencio Pangilinan hanno precisato che i negoziati per liberare Vagni sono ancora in corso. «Non hanno ancora abbandonato la fase negoziale, mentre il governatore di Sulu Tan ha dato il via libera (a un blitz, ndr) se necessario, ma i metodi pacifici sono ancora in corso...ancora parliamo con loro», ha detto Pangilinan. Il Brigadiere Generale ha aggiunto che un blitz di liberazione armato sarebbe applicabile solo se «ci fosse una realistica possibilità di successo», cioè di liberare l'ingegnere italiano vivo.