19 aprile 2024
Aggiornato 16:00

Filippine: Autorità cercano di riprendere contatto con rapitori

Frattini: «Ci hanno detto che sono vivi ma resta silenzio stampa»

MANILA - Le autorità delle Filippine stanno cercando di riprendere contatto con i militanti di Abu Sayyaf, il gruppo legato ad al qiada che tiene nelle sue trami tre ostaggi, tra cui l'italiano Eugenio Vagni. _ Il governatore della provincia di Sulu, Abdusakur Tan, ha detto che dopo il ridispiegamento delle truppe nella zona dell'isola di Jolo, i rapitori sono in fuga con i loro ostaggi, che hanno a più riprese minacciato di decapitare.

Tan declared ha dichiarato lo stato di emergenza nell'isola e poi ha aggiunto di avere informazioni sul fatto che gli ostaggi sono vite ma di non avere alcuna prova che lo confermi. I tre ostaggi, l'italiano Eugenio Vagni, lo svizzero Andreas Notter e la filippina Mary Jean Lacaba sono stati sequestrato il 15 gennaio dopo la visita a un cantiere di potabilizzazione idrica gestito dalla croce rossa.

Questa mattina sulla vicenda è intervenuto anche il ministro degli esteri italiano Franco Frattini. «Ci viene detto dal governatore dell'isola di Jolo (nel sud delle Filippine, ndr) che gli ostaggi sono vivi». Si è limitato a dire il capo della diplomazia italiana che ha spiegato di voler mantenere il silenzio stampa. Frattini ricorda che l'ultimatum dei rapitori è «scaduto» e assicura che il governo italiano mantiene una «rete costante di collegamento con i negoziatori della Croce Rossa, con cui - sottolinea - non bisogna interferire».

Oltre a questo collegamento, il ministero degli Esteri si aggiorna costantemente «con la famiglia del connazionale, nonché con i ministeri degli Esteri di Svizzera e Filippine», nazionalità degli altri due ostaggi. «Applico a me stesso il silenzio stampa» ribadisce il capo della diplomazia. «Abbiamo ripetuto - conclude - un forte appello italiano a evitare azioni di forza da parte delle autorità delle Filippine».