19 aprile 2024
Aggiornato 01:30

Israele: Likud in rivolta per offerte Netanyahu a Barak

Proteste anche tra i laburisti contrari ad alleanza con destra

GERUSALEMME - Gli sforzi del premier incaricato Benyamin Netanyahu per persuadere i laburisti ad entrare nella coalizione di intesa nazionale che sta cercando di formare, hanno provocato una rivolta nel suo partito, il Likud. Le proteste, spiega oggi il Jerusalem Post, hanno origini diverse. Gli attivisti del Likud ideologicamente più motivati contestano la scelta di Netanyahu di non formare un governo delle destre che al momento avrebbe alla Knesset una maggioranza di 65 seggi su 120.

Altri giudicano eccessive le promesse fatte da Netanyahu al leader laburista Ehud Barak, altri ancora trovano inconcepibile che il leader del Likud non abbia offerto uno tre principali ministeri - Esteri, Difesa e Finanze - ai suoi compagni di partito. L'unico ministero di rilievo che Netanyahu sarebbe pronto a concedere ad un dirigente del Likud è quello dell'istruzione. «In pubblico nessuno di noi osa criticare Netanyahu per il suo tentativo di convincere i laburisti ad entrare nel governo che fa gli interessi del Paese, ma in privato tutti sono infuriati (con il premier incaricato, ndr)», ha spiegato un dirigente del Likud. L'ira dei membri del Likud è resa più acuta dall'atteggiamento di numerosi dirigenti laburisti che sono schierati contro l'ingresso del loro partito in un governo guidato da Netanyahu e criticano duramente Barak per aver intavolato nelle ultime ore trattative con il premier incaricato.

Un avvocato, Dekel David Ozer, ha presentato una petizione ai vertici del Partito laburista affinche' Barak venga costretto a lasciare il suo incarico per aver agito contro la volontà espressa dalla maggioranza dei laburisti di andare all'opposizione. Tuttavia un sondaggio svolto dalla Radio statale israeliana ha evidenziato che il 64% degli elettori del Partito laburista vedono con favore una alleanza con Netanyahu. Favorevole ad entrare nel nuovo governo è anche il 74% degli elettori di Kadima, il partito centrista di maggioranza relativa (per un solo seggio sul Likud) guidato dal ministro degli Esteri uscente Tzipi Livni, che invece è contraria a raccogliere l'invito di Netanyahu senza ottenere precise garanzie dal premier incaricato sulla continuazione del processo di pace con i palestinesi. Secondo la stampa israeliana Netanyahu chiederà al presidente Shimon Peres l'estensione del suo incarico di 14 giorni, prevista dalla legge, per continuare le trattative con i laburisti.