29 marzo 2024
Aggiornato 16:30

Spagna, test politico: si vota nei Paesi Baschi e in Galizia

Entrambe le regioni, pur essendo piccole, rivestono importanza per ragioni diverse

MADRID - Gli elettori delle comunità autonome spagnole dei Paesi Baschi e della Galizia votano oggi per il rinnovo dei parlamenti e governi regionali: un test politico d'un certo rilievo per il governo socialista di José Luis Zapatero, in difficoltà sul fronte economico a causa della recessione, e ancor più per l'opposizione del Partido popular (Pp), sconvolto nell'ultimo mese da due successivi scandali, di cui l'ultimo con pesanti implicazioni giudiziarie.

Entrambe le regioni, pur essendo piccole, rivestono importanza per ragioni diverse: nei Paesi Baschi, dove è sempre viva e attiva la minaccia dei terroristi separatisti dell'Eta, per la prima volta in 30 anni i socialisti potrebbero rovesciare l'egemonia incontrastata dei nazionalisti di centrodestra del Partido Nacionalista Vasco (Pnv), che da decenni governano la ricca comunità autonoma e sono molto radicati negli ambienti imprenditoriali. In Galizia, regione storicamente governata dal Partido popular e patria del 'grande vecchio' del Pp Manuel Fraga, il test per il Psoe è quello di ripetere il successo dell'ultima legislatura, quando andò al governo insieme ai nazionalisti galiziani di centrosinistra del Bloque Nacionalista Gallego (Bng).

In entrambe le regioni i sondaggi mostrano grande incertezza. Nei Paesi Baschi, il Pnv negli ultimi anni ha usato accenti sempre più indipendentisti, fino alla proposta di referendum sull'autodeterminazione dell'attuale 'governatore' regionale del Pnv, Juan José Ibarretxe, bocciato dal Tribunale costituzionale spagnolo. Diverse inchieste mostrano che i socialisti (Partido socialista de Euskadi, Pse, emanazione del Psoe) potrebbero crescere da 18 seggi su 75 a 22-26. Anche il Pnv sarebbe in crescita, da 22 a 27-30 seggi, ma il suo alleato nazionalista di sinistra Eusko Alkartasuna (dato in calo da 7 a 3 deputati o meno), renderà difficile la creazione di una coalizione nazionalista come quella degli ultimi anni. Anche il Pp, fortemente centralista, sarebbe in calo in questa regione dai fortissimi accenti identitari, da 15 seggi a 10-14 a seconda dei sondaggi. In questa situazione, gli analisti prevedono che nei Paesi Baschi i socialisti del candidato governatore Patxi Lopez saranno l'ago della bilancia di un'alleanza, e potrebbero formare una coalizione con il Pnv. Su tutto, come sempre, si staglia l'ombra dell'Eta che oggi ha diffuso un comunicato facendo appello al voto nullo contro «il Parlamento del fascismo».

«A favore dell'indipendenza, a favore della sovranità, il solo voto sarà quello nullo», hanno proclamato i terroristi. La magistratura spagnola nelle scorse settimane ha escluso dalle liste elettorali tutte le formazioni della sinistra «abertzale» (indipendentisti radicali), considerate braccio politico dell'Eta e che non ne hanno condannato le violenze. In tutto il paese vige la massima allerta per il rischio di nuovi attentati dell'Eta prima del voto, dopo quello del 9 febbraio a Madrid. In Galizia la partita è del tutto aperta: la coalizione socialista-nazionalista del governatore Emilio Perez Tourino potrebbe prevalere, ma un solo seggio in più su 75 nel parlamento regionale basterebbe ai popolari di Alberto Nunez Feijoo per rovesciare la situazione.

Per il Pp e per il loro leader Mariano Rajoy sarebbe fondamentale un successo in questa regione, per contrastare l'immagine divisa e corrotta data prima da uno scandalo di spionaggio interno fra diverse correnti del partito nella regione di Madrid e poi dall'inchiesta su corruzione e tangenti del giudice Baltasar Garzon: in questa, secondo la stampa, sarebbe implicato anche il tesoriere nazionale Luis Barcenas, per fatti risalenti all'epoca del governo di José Maria Aznar. Anche per Zapatero, vincere in entrambe o almeno una delle regioni è importante, dato che la popolarità del suo governo è sempre più a rischio a causa della gravissima crisi economica, che ha portato in poco meno di un anno la Spagna in testa alla classifica Europea della disoccupazione con il 14,8% di senza lavoro. Per questo il premier spagnolo ha attaccato negli ultimi giorni il Pp puntando il dito sulle sue lotte interne e difficoltà di leadership: «Chi ha tanti problemi interni non può occuparsi dei problemi dei cittadini: chi è alle prese con una crisi interna non può risolvere la crisi economica», ha affermato il capo del governo.