30 luglio 2025
Aggiornato 21:00
Legambiente: «Il mercato non può più essere l’unico parametro di sviluppo»

Al via Social forum mondiale a Belem

«La giustizia sociale passa dalla giustizia climatica»

«Questo forum rappresenta un’opportunità eccezionale d’incontro e condivisione d’esperienze per creare alleanze e proporre soluzioni concrete per governare la globalizzazione ed eliminare gli squilibri internazionali che causano ingiustizia sociale, soprattutto in vista dell’appuntamento del prossimo dicembre a Copenaghen dove i paesi del mondo sono chiamati a raggiungere un nuovo accordo di riduzione dei gas serra in grado di contrastare i mutamenti climatici».

Così Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente, saluta l’apertura della 9a edizione del Forum Sociale Mondiale che fino al 1 febbraio, in concomitanza con il «rivale» World Economic Forum di Davos, raduna oltre 4000 organizzazioni provenienti da 150 diversi Paesi, a Belem, capitale dello Stato del Parà in Amazzonia.

Il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, che partecipa all’appuntamento ha voluto sottolineare come la giustizia ambientale sia profondamente intrecciata a quella sociale: «Intervenire per contrastare e mitigare il clima che cambia significa infatti fare gli interessi di tutte le popolazioni del Nord e del Sud del mondo – ha dichiarato - ma è certo che per le seconde si tratta di un urgenza molto più concreta che le prime non possono continuare a ignorare. Il numero dei fenomeni meteorologici estremi è aumentato su scala planetaria, e parallelamente sono cresciuti gli spostamenti di persone costrette ad abbandonare le loro terre a causa di eventi siccitosi che hanno e avranno un sempre più rilevante impatto sull’ambiente e sull’economia. È il segno più evidente del pericoloso intreccio - conclude il presidente di Legambiente - tra povertà e cambiamenti climatici».

Legambiente parteciperà già da oggi all’appuntamento organizzato da Climate Justice Now! l’alleanza globale di più di 160 organizzazioni che dopo Poznan portano anche a Belem l’appello per un nuovo piano radicale per la giustizia climatica. «Non si potranno contenere i cambiamenti climatici senza modificare l’economia neo-liberista e dominata da multinazionali – recita la prima parte dell’appello - e che impedisce il raggiungimento di una società sostenibile. Questa globalizzazione va fermata» e conclude «siamo ad un punto cruciale, e chiediamo un urgente cambio di direzione al fine di porre al centro dei negoziati la giustizia climatica e i diritti dei popoli».