A Padova l'Osservatorio per la lotta al contrabbando di tabacchi
Il fenomeno ha vissuto in Italia una sensibile recrudescenza, fino ad un picco di quasi il 10% nel 2012, che ora sta diminuendo ma che in alcune «piazze calde» come Napoli è più vivo che mai
PADOVA - A Padova è nato l'Osservatorio per la lotta al contrabbando e alla contraffazione dei tabacchi lavorati, grazie alla collaborazione tra l'Università degli studi di Padova, Direzione nazionale Antimafia, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza e Federazione Italiana Tabaccai.
Il contrabbando di sigarette e tabacchi lavorati ha vissuto in Italia una sensibile recrudescenza, fino ad un picco di quasi il 10 per cento nel 2012, che ora sta diminuendo ma che in alcune «piazze calde» come Napoli è più vivo che mai. Il fenomeno è legato in particolare all'aumento della tassazione, ai differenti prezzi nei diversi paesi dell'Unione, alla crisi economica ed un sistema di sanzioni e deterrenti non adeguato. Tutti fattori favorevoli per le varie organizzazioni criminali che, nel contrabbando, trovano una delle loro maggiori fonti di finanziamento per le loro attività illecite.
Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia spiega: «L'osservatorio ha l'obiettivo di analizzare il fenomeno del contrabbando raccogliendo tutti i dati possibili ad elaborare proposte per quanto riguarda il contrasto al fenomeno ed eventuali interventi di modifiche normative».
Giovanni Risso, presidente della Federazione Italiana Tabaccai, dice: «Un faro su un fenomeno che ormai sta dilagando a Napoli e che raggiunge il 50 per cento della vendita legale, a Milano sta arrivando a un valore notevole, pensiamo che se non si pone un freno dilagherà in tutto il Paese».
Nell'opinione di Rocco Antonio Burdo dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i dati non confermano che ci sia un aumento nel contrabbando: «Noi stiamo rilevando una pericolosità che non si evince dall'aumento dei flussi d'importazione e quindi di contrabbando del tabacco, ma nella capacità di alcune filiere aziendali di invadere l'economia legale».