ORTOMAC: l’innovazione in orticoltura diventa protagonista a Cesena Fiera
Due «sessioni» per esaminare aspetti importanti del settore . Packaging e valutazione sensoriale «entrano» in orticoltura - Pomeriggio dedicato al Biologico con presentazione (fra gli altre argomenti) del Progetto Ort.Bio che coinvolge tre Regioni
CESENA - Venerdì 20 aprile, al Centro Congressi di CESENA FIERA, si tiene l’edizione 2012 di ORTOMAC, che è stata articolata in due «sezioni»: mattina «Innovazioni per una orticoltura di qualità», pomeriggio «Orticoltura biologica».
ORTOMAC è l’incontro-Convention che si tiene mesi prima di MACFRUT (NB Macfrut, quest’anno, sarà a Cesena dal 26 al 28 settembre) per focalizzare le problematiche su questo importante comparto.
L’orticoltura ha un forte rilievo nell’economia italiana, con circa 6 milioni di Euro di Produzione lorda vendibile e si pensi ai soli volumi dei pomodori prodotti nel Belpaese (da consumo e industria circa 60 milioni di tonnellate) e alle patate (!,5 milioni di tonnellate), per comprendere come sia necessario produrre bene ed essere sempre più aderenti alle esigenze del mercato.
Proprio per questo l’innovazione è il file rouge che collega relazioni e sessioni di ORTOMAC 2012, dove verranno illustrate sperimentazioni e risultati ottenuti nelle regioni italiane più rilevanti per il comparto.
Già nella sessione mattutina si parlerà dell’importanza del miglioramento genetico (relazione di Falavigna, del CRA di Montaso Lombardo) per un incremento della resistenza ai patogeni (malattie). Un argomento che significa anche reddito dell’agricoltore. Perché se malattie e parassiti intaccano una coltura, il coltivatore deve o raccogliere meno oppure intervenire con agro farmaci ed in entrambi i casi il compenso diminuisce. Non solo, ma a volte l’uso di agro farmaci mette a rischio l’uomo e l’ambiente. Di qui lo strumento genetico che, sommato agli agro farmaci, può essere una via per avere produzioni resistenti e, soprattutto, sane e di qualità, capaci di incontrare il gusto del consumatore. Oggi gli strumenti genomici consentono di render più sicuro il processo, selezionando il materiale genetico e produrre, ad esempio, un pomodoro saporito e meno sensibile ai patogeni.
Ma anche l’occhio vuole la sua parte e il packaging acquista un ruolo, come si apprenderà dall’intervento di Cattaneo e Rizzolo del CRA Unità di ricerca di Milano. Verranno esaminate le soluzioni più innovative degli ultimi 5 anni con attenzione anche alla funzione di conservabilità, presentando soluzioni sperimentali e considerando allo stesso tempo anche «come» il prodotto passa dal campo alla tavola.
Ad ORTOMAC 2012 si parlerà, inoltre, dello sviluppo tecnologico delle colture in serra e verrà affrontato il problema del risparmio idrico (Anconelli - Canale Emiliano Romagnolo), questione che si è acuita per il recente periodo siccitoso, ma soprattutto per l’andamento climatico degli ultimi anni, in cui le precipitazioni non hanno favorito le coltivazioni (temporali e grandinate, periodi secchi, difficoltà di «recupero» per le falde acquifere, ecc). Verrà illustrato come ridurre l’evaporazione o la deriva da vento durante l’erogazione tramite «rotoloni», oppure l’uso della fertirrigazione con azoto per la patata (sempre con rotoloni). E se l’irrigazione a goccia è ormai un «classico» (dove possibile), sta diffondendosi il metodo di irrigare solo metà radice che porta ad una minor traspirazione della pianta e, quindi, minor bisogno idrico.
Una relazione che stupirà e intrigherà è quella di Castellari e Sgarbi ricercatrici di ASTRA, sulla valutazione sensoriale quale strumento per la scelta varietale. La valutazione sensoriale (ormai famosa nel vino) si affaccia nel settore orticolo mettendo al servizio degli ortaggi i sensi dell’uomo (in questo caso esperti) per valutare quale varietà e cultivar sia la più gradita al consumatore, ad esempio, per la patata l’analisi sensoriale può indirizzare a come usare le varietà (destinazione culinaria). Già, perché la valutazione sensoriale consente la formulazione di un giudizio descrittivo ed edonistico, e il giudizio organolettico diventa utile nei progetti di miglioramento genetico.
Nel pomeriggio, ORTOMAC sarà dedicato al Biologico, e sarà l’occasione per la presentazione del Progetto Ort.Bio (Bertazzoli Polo di Cesena UniBo), che, con il coordinamento del Polo di Cesena dell’Università di Bologna, è cofinanziato dal Ministero delle Politiche Agricole ed ha come partner CRA di Monsampaolo, CRPV, Prober e Università di Perugia, interessando Emilia Romagna, Marche ed Abruzzo. L’obiettivo del Progetto è l’individuazione di sistemi innovativi di commercializzazione per l’orticoltura bio e per questo sono sotto sperimentazione 7 imprese delle tre Regioni. Inoltre si sta occupando di riduzione dell’impiego di energie fossili e dell’uso di quelle rinnovabili, oltre che della conservazione di agroecosisitemi e biodiversità.
L’incontro pomeridiano riveste un particolare interesse, in quanto l’innovazione varietale nel Biologico ha bisogno di essere meglio conosciuta e, soprattutto, occorre stimolare le imprese a preparare cultivar e varietà specifiche. Non mancheranno relazioni che, oltre a confrontare esperienze e tecniche, valuteranno anche strategie commerciali. Non a caso Tisselli (CRPV) partirà nella sua relazione da un dato: il consumatore vuole un prodotto bello, oltre che buono. Di qui occorre partire per considerare le due azioni di controllo delle malerbe e di innovazione varietale nel Biologico. Però c’è la necessità di non fare una semplice trasposizione di cultivar dal convenzionale al Bio, occorre innovare, magari «rivisitando» le medesime cultivar, verificandone i risultati e trovare quelle più adatte alla coltivazione Biologica, con risultati produttivi che soddisfino il consumatore e i suoi gusti.