29 marzo 2024
Aggiornato 00:00
Gioco d'azzardo

Lo Stato lucra sulle illusioni della gente

Dona (UNC): «Legalizzare il gioco d’azzardo non è la strada migliore per fare cassa in periodo di crisi»

ROMA - «Legalizzare il gioco d’azzardo non è la strada migliore per fare cassa in periodo di crisi.» E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), in riferimento alle nuove regole sul poker on line e i giochi da casinò, entrate in vigore in questi giorni.
«Dadi, black jack e roulette - afferma Dona - usciranno dagli ambienti riservati della sala da gioco per entrare nelle case degli italiani. Basterà, dunque, collegarsi dal computer o, peggio, dal proprio smartphone per puntare soldi veri e non più il semplice gettone prepagato che si utilizzava fino ad oggi. Per i giocatori incalliti che da tempo avevano trovato il modo di dribblare i divieti giocando illegalmente sui siti stranieri non cambierà nulla -prosegue il Segretario generale- perché continueranno a farlo: il vero problema, invece, riguarderà tutti quei consumatori che decideranno d’avvicinarsi al tavolo verde sperando così (stupidamente) di dare una svolta alla propria vita».

«In questo settore - prosegue l’avvocato Dona - lo Stato manca ancora una volta di svolgere il suo ruolo sociale che svende in nome dei lauti guadagni procurati dalla dabbenaggine della povera gente».
«Andrebbe anche contrastato - conclude Dona - il messaggio veicolato da alcuni spot che, facendo leva su testimonial simpatici e rassicuranti incoraggiano i consumatori a sfidare la sorte: l’Unione Nazionale Consumatori ha segnalato all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria la pubblicità 10 e Lotto in cui il popolare attore Claudio Bisio invita il telespettatore a tentare la fortuna sostenendo che ‘vincere è ancora più semplice che giocare’».
«La fortuna, probabilmente, esiste e forse busserà anche alla porta di qualcuno - conclude Massimiliano Dona - ma deve essere ben chiaro che per ogni vincitore si contano innumerevoli sconfitti e alla fine a vincere è soprattutto il banco!»