Partenza anticipata e la vacanza salta: il Tour Operator deve rimborsare
Il Tour Operator aveva anticipato di un giorno la partenza, senza avvisare due coniugi: ora deve rimborsare integralmente
CATANIA - Con una recentissima sentenza, il Tribunale di Catania – Sezione distaccata di Macalucia ha riconosciuto il rimborso integrale del prezzo del pacchetto turistico a due coniugi di Mascalucia (CT) che non sono stati informati dell’anticipazione del giorno della partenza.
Nel febbraio del 2010 i due coniugi avevano acquistato un viaggio «tutto-compreso» riguardante una vacanza in Messico di 8 giorni. Il T.O. forniva solo una lista delle visite guidate e indicava a voce la data della partenza. Il T.O. si serviva per le comunicazioni dei dettagli di e-mail inviate a un capo-gruppo, il quale a sua volta si affidava ad un superficiale passa-parola per informare tutti gli altri. I coniugi in questione però non erano raggiunti dall’informazione né dei dettagli (orari, vettore del volo, ecc…), né, soprattutto, che il giorno della partenza era stato anticipato. I due coniugi ricevevano all’alba del giorno della partenza una telefonata dall’aeroporto di Catania, e, nonostante il completamento dei bagagli in fretta e furia e una corsa rocambolesca in aeroporto, non riuscivano ad unirsi agli altri turisti. Il T.O. appositamente contattato non faceva nulla nell’immediatezza dei fatti per consentire in qualche modo la prosecuzione del viaggio, e, ovviamente, rimaneva sordo alle richieste di rimborso.
I due coniugi si erano quindi rivolti alla Confconsumatori e successivamente, avevano fatto causa al tour operator e, a conclusione del giudizio, il Tribunale di Mascalucia, dopo l’istruttoria, ha condannato il T.O. al risarcimento dei danni subiti dai viaggiatori per non aver informato correttamente i turisti.
«Ai consumatori - precisano l’avv. Maurizio Mariani, che li ha assistiti in giudizio e l'avv. Carmelo Calì, Presidente di Confconsumatori Sicilia - è stato riconosciuto l'integrale rimborso delle prezzo del pacchetto turistico (circa 3.000,00 euro), nonché delle spese legali. Inoltre, nella motivazione viene espressamente sancito che la forma scritta del contratto di pacchetto turistico è a pena di nullità, e che si tratta di una nullità di protezione che può far valere solo il consumatore».
La sentenza del Tribunale di Catania é destinata a costituire un importante precedente giurisprudenziale.
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