28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Le importazioni di fiori e piante in Italia

Nel 2010 invasione di fiori stranieri (+18%)

Coldiretti: «A trainare l’aumento sono le rose (+21%) e le piante da fiore per appartamento (+27%)»

ROMA - Le importazioni di fiori e piante in Italia sono cresciute in valore del 18 per cento per un importo complessivo di 560 milioni di euro, mai raggiunto in passato. E’ quanto è emerso dall’analisi Coldiretti sull’aggiornamento dei dati Istat relativi al 2010 che evidenziano una vera e propria invasione di rose straniere recise che fanno registrare un aumento del 21 per cento per un valore record di 68 milioni di euro, ma anche di piante da fiore per appartamento che, con un balzo del 27 per cento, raggiungono i 71 milioni di euro. Per le rose si tratta di fiori che - spiega la Coldiretti - arrivano in Italia soprattutto attraverso triangolazioni dall’ Africa che fanno tappa in Olanda.

L’aumento della domanda di fiori e piante Made in Italy all’estero dell’11 per cento per un importo di 656 milioni di euro ha però consentito - sottolinea la Coldiretti - di mantenere positiva la bilancia commerciale. A spingere l’aumento record delle importazioni è stato sicuramente la mancata proroga dell’agevolazione sul gasolio destinato al riscaldamento delle serre che - continua la Coldiretti - rappresenta un insostenibile aumento dei costi in un settore che deve subire un forte pressing competitivo da paesi extracomunitari, favoriti da un clima più caldo, dove spesso si sfrutta la manodopera e si utilizzano pratiche di coltivazione dannose per la salute e l’ambiente bandite dall’Ue. Una situazione aggravata dalla mancanza di trasparenza sull’origine dei fiori in vendita che consente di «spacciare» come Made in Italy quelli importati che rappresentano fino al 60 per cento dell'offerta nazionale e spesso arrivano in Italia dopo un lungo viaggio che - continua la Coldiretti - ha inizio nelle grandi aziende gestite da multinazionali dove sono denunciati trattamenti brutali contro i lavoratori.

Sono così a rischio le produzioni florovivaistiche che hanno reso famosa l’Italia nel mondo, tanto che molte aziende - continua la Coldiretti - hanno già dovuto riconvertire le proprie produzioni, orientandosi verso coltivazioni con un minore fabbisogno termico, non essendo in grado di reggere gli aumenti dei costi di produzione determinati da gasolio e concimi. «A tutto questo si aggiunge il costo della burocrazia», ha denunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che »molte cose sono state fatte per la semplificazione e il contenimento dei costi a partire dall’introduzione dei voucher o buoni lavoro e dalla stabilizzazione delle agevolazioni contributive per le aree montane e svantaggiate, prevista dalla legge ‘Stabilità 2011’, fortemente voluta da Coldiretti come pure le norme per agevolare la vendita diretta».