1 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Cesena Fiera

Da ORTOMAC 2011 un obbiettivo: la soddisfazione del consumatore

La grande Convention dell’orticoltura da Cesena “lancia” un Coordinamento della sperimentazione – Occorre più dialogo fra ricerca, produzione e commercializzazione

CESENA - ORTOMAC, la convention di Cesena Fiera sull’orticoltura ha «segnato», anche nell’edizione 2011, una serie di passi avanti e di risultati.
Innanzitutto proprio ad ORTOMAC è stata lanciata l’ipotesi di dar vita ad un Coordinamento della sperimentazione tra le regioni settentrionali, a cura di CRA-ORL, migliorabile e, soprattutto, estendibile a tutto il Paese. Un aspetto di enorme rilievo, in quanto sperimentazione e ricerca sono essenziali per l’innovazione. In una parola, nuove varietà, nuovi ortaggi, varietà più gustose si ottengono anche coordinando le sperimentazione per comprendere quali zone e quali terreni sono più adatti a queste o quelle nuove.
I principali vantaggi di un coordinamento interregionale consistono inoltre in una maggiore attendibilità dei risultati ottenuti; in una razionalizzazione delle risorse finanziarie attraverso la condivisione di risultati di aree omogenee; ed una migliore pianificazione delle attività e continuità nel tempo.

E’ un risultato e un passo in avanti se si considera, che in orticoltura l’interesse commerciale delle varietà coltivate è assai diversa: da 4 - 5 anni (lattuga, pomodoro da industria), una vita «media» vuol dire 6 – 8 anni (comprendendo il maggior numero di specie come anguria, cavoli, cavolfiori, cipolla ecc) e la più lenta evoluzione varietale è stimabile in circa 10 anni ( asparago, cece, lenticchia, carciofo, aglio, zucca, broccolo, radicchio).
Si consideri –come ha sottolineato Assosementi-sezione Orto Wic nel suo intervento- che per ricercare, collaudare e mettere sul mercato ci vogliono circa 10 anni.
Così, quest’anno, sotto i riflettori di ORTOMAC (che si è tenuto venerdì 15 aprile) è stato messo un segmento della filiera orticola che dal campo (e prima ancora dalla ricerca) porta gli ortaggi (freschi, di IV e V gamma e surgelati) alle tavole dei consumatori.

Ricerca genetica, sperimentazione in campo e in serra, comparazioni fra varietà sono stati al centro della giornata di Convention, con lo scopo principale di presentare innovazioni di prodotto e di processo.
L’innovazione è un importante strumento per adeguare gli ortaggi al gusto del consumatore, salvaguardando il reddito dell’agricoltore, ad esempio, con cultivar più resistenti a malattie e parassiti.
Inoltre a ORTOMAC 2011 è stato dato spazio anche alla questione del rapporto con la Grande Distribuzione Organizzata che oggi in Italia rappresenta il 50,2% delle vendite di ortaggi freschi e di IV - V gamma, mentre i discount sono già al 9% (degli acquisti).
L’ortofrutta è importante per l’economia italiana perché, con oltre 22 miliardi di fatturato, ha realizzato nel 2010 più di 3,9 miliardi di Euro di export (cifra simile al vino) e di questi, quasi 1,2 miliardi sono dovuti proprio agli ortaggi.
A tali dati va aggiunto che l’Osservatorio dei Consumi ortofrutticoli delle famiglie, strumento di Macfrut (che si terrà a Cesena 5-7 ottobre 2011), ha rilevato che nel 2010, i nuclei familiari del Belpaese hanno consumato 3,7 milioni di tonnellate di ortaggi freschi per una spesa di 6,7 miliardi di Euro. Al primo posto fra gli ortaggi acquistati si collocano le patate con 737.800 tonnellate e il pomodoro da mensa è al secondo posto con 576mila tonnellate annue (dato 2010).

E non a caso ad ORTOMAC sono state presentate sperimentazioni sul pomodoro da mensa (Veneto) e da industria (Emilia-Romagna), e confronti varietali per la patata.
Da ORTOMAC è emerso anche come le aspettative del consumatore siano rivolte ad un miglioramento del sapore, elemento che si nota maggiormente nella frutta (anche nel melone –che è un ortaggio) perché si mangia tal quale, mentre quasi tutti gli ortaggi vengono conditi.
Un’altra aspettativa viene dalla richiesta di un livello di salubrità alta.
Però occorre aprire un altro «fronte», in quanto all’interno del settore primario bisogna iniziare a diversificare con prodotti da industria da intrecciare con quelli»tradizionali» da tavola o freschi per creare maggiori opportunità di reddito.
Ne discende che alla ricerca spetta il compito di fornire gli strumenti per un miglioramento del processo di produzione e di lavorazione. Come si è visto con meloni, ed altre varietà che la ricerca genetica e la sperimentazione ha innovato migliorando sia la resistenza a parassiti e malattie sia la gradevolezza e il sapore.
Addirittura è stato annunciato che per patate i pomodori la ricerca si è avvalsa del sequenziamento del genoma
Questo permette di adeguarsi con prodotti più adatti alle diverse forme di consumo (oggi il 35% mangia fuori casa e negli USA siamo già al 51%). E ai gusti che cambiano
ORTOMAC si è conclusa con un appello perché si proceda lungo la via dell’innovazione di prodotto e di processo, una strada che però deve vedere assieme ricerca (dove vanno compresi i sementieri), settore primario (agricoltori) intermediari (lavorazione e conferimento) e GDO per la soddisfazione del consumatore.
Ortomac è stato organizzato da Cesena Fiera con il supporto scientifico di CRPV e il contributo di Camera di Commercio Forlì-Cesena e Assosementi.