28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Assicurazioni Generali

«L'ambizioso piano di crescita di Cesare Geronzi»

Intervista al Presidente del Leone di Trieste al «Financial Times». Sud America ma anche Italia. Esclusa la fusione con Mediobanca

ROMA - Dopo l'ultima mossa in Russia, dove hanno appena investito nella banca Vtb consolidando ancora la presenza nell'Europa Centro orientale, le Generali, la più importante multinazionale italiana, hanno grandi ambizioni di crescita nei mercati dove hanno una presenza scarsa o nulla. A partire dal Sud America. Lo ha detto il presidente del Leone di Trieste, Cesare Geronzi, che in una rara intervista concessa al Financial Times ha prospettato anche opportunità d'investimento in Italia sia nel comparto dell'asset management sia nelle banche.

Il banchiere di Marino nega che il recente sostanziale riassetto di vertice, con la nomina di un country manager per l'Italia, e di un chief investment officer e di un chief risk officer per la parte assicurativa abbia creato tensioni con l'amministratore delegato Giovanni Perissinotto diminuendo il suo ruolo. Al contrario, tale operazione «ha dato al top manager «maggior spazio per tracciare la rotta e migliorare il coordinamento strategico».
«Il nostro obiettivo fondamentale - afferma Geronzi - è di investire in Sud America, insieme ad ogni altra opportunità che stiamo valutando». E l'Italia? Il presidente del Leone vede opportunità di espandere le attività nell'asset management gestite da banca Generali.

Geronzi, inoltre, non esclude ulteriori investimenti nel settore finanziario in Italia, affermando che «le Generali potrebbero prendere in considerazione di investire ulteriormente in banche italiane» se dovessero cercare di aumentare il capitale durante l'attuazione dei requisiti di patrimonializzazione di Basilea III. Un ruolo che, invece, il banchiere non vede, è quello di potenziale consolidatore del sistema italiano attraverso la ragnatela di partecipazioni incrociate che danno a Geronzi rappresentanza dei cda di Intesa SanPaolo, Rcs e Telecom Italia. Geronzi esclude aggregazioni tra grandi gruppi inclusa quella ipotizzata con Mediobanca, l'istituto che possiede il 14% delle Generali e Unicredit. Ed è anche «fuori discussione» una fusione con Mediobanca e Generali.