19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Pari opportunità

Londra, i top manager in rosa si contano sulle dita di una mano

Inchiesta esclusiva dell'Independent. La Norvegia guida la classifica rosa, con il 40% dei direttori generali donne

LONDRA - Delle società FTSE, le 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange, solo 5 vedono una donna sulla poltrona di «Chief executive». Nelle 100 maggiori società britanniche, di 329 direttori generali, solo 20 sono donne, pari al 6%; e 120 sono le donne che siedono nei consigli di amministrazione su un totale di 1.100 consiglieri.

Le cifre, snocciolate da un'inchiesta esclusiva condotta dell'Independent, rivelano una situazione ben meno «rosea» di quella, già preoccupante, delineata appena una settimana fa da Lord Mervyn Davies, incaricato dal governo di studiare il dossier: allora risultava che fosse il 12% la quota rosa nelle società Ftse. Più di un quinto di queste non vede neppure una donna nei consigli di amministrazione e neppure una ha una maggioranza femminile.
La Commissione per le pari opportunità del parlamento britannico stima che potrebbero essere necessari diversi decenni («tre-quarti di secolo«) prima che il gap di genere possa essere colmato: «I luoghi di lavoro devono cambiare se vogliamo attrarre e tenere le migliori lavoratrici», spiega una portavoce «Orari lunghi, carenza di flessibilità e la discriminazione vera e propria sono gli ostacoli principali alla soluzione del problema».

Altrove in Europa, ricorda l'Independent, il quadro è abbastanza diverso. La Norvegia guida la classifica rosa, con il 40% dei direttori generali donne, grazie a una legge introdotta nel 2006. Anche la Spagna indica una quota legale del 40%, anche se non è vincolante. Italia, Francia, Finlandia, Germania e Svezia raccomandano soglie simili o stanno discutendo in parlamento una normativa in materia. Il Commissario europeo Viviane Reding, ha messo in guardia il mese scorso di essere pronta ad imporre una «quota rosa» a livello europeo se non vedrà crescere il numero delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende europee.