19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Infrastrutture

I no-Tav piemontesi: le denunce non ci sposteranno

Resiste il presidio a Susa nonostante l'esposto Ltf per il blocco del sito

TORINO - «Di qui non ci spostiamo» è la risposta dei no Tav alla denuncia per il blocco del sito dell'autoporto di Susa presentata da Ltf (Lyon Turin Ferroviarie), società mista delle reti ferroviarie italiane e francesi incaricata della gestione dei sondaggi sulla tratta internazionale della Torino Lione. L'esposto, presentato il 12 gennaio alla Procura di Torino con richiesta dei danni contro ignoti, ovvero il movimento no Tav, ha attivato gli accertamenti della Digos. Attraverso l'analisi di video e foto si cercherà di svelare le responsabilità individuali di chi alle sei di mattina di martedì scorso si è opposto - seppur verbalmente e in modo pacifico - all'inizio della trivellazione sul sito S68.

«Ragionano al solito modo - spiega Lele Rizzo, leader del movimento - si tratta dell'ennesimo tentativo di intimidazione nei nostri confronti. E noi lo lasceremo cadere nel vuoto. Sarebbe Ltf quella da denunciare, visto che è totalmente estranea alla valle e invece tenta di occupare questo territorio».

I no Tav occupano il sito di Susa (il cui diritto di superficie è stato affittato dalla Consepi, partecipata regionale, a Ltf) da sabato scorso. Giorno e notte si alternano, la prima notte erano circa in 200. Anche a Collegno si è formato un piccolo presidio di circa venti persone e da ieri anche sul sito G 56, tra Rivoli e Villarbasse. «Noi comunque resistiamo - dichiara Rizzo - e da qui non ce ne andremo».