18 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Riparte la protesta No-Tav

Nuovo presidio in Val di Susa contro i sondaggi

500 persone a Susa, altre centinaia nelle valli per dire no all'infrastruttura

TORINO - Riparte la protesta No-Tav. Oggi pomeriggio alle 15 circa 500 persone si sono date appuntamento all'autoporto di Susa. Guidate dal leader storico del movimento, Alberto Perino, hanno marciato pacificamente nei punti «S 68» e «S 69», le due porzioni di terreno distanti circa 500 metri l'una dall'altra, dove le trivelle scaveranno nei prossimi giorni (secondo alcuni No-Tav già da domani, ma ai Comuni interessati non sono ancora arrivate le lettere ufficiali). Poi, al sito 68, hanno montato il loro presidio su terreno di proprietà del Comune di Susa. Una casa di lamiera lunga 5 metri e alta 3 con due cartelli tipici della segnaletica stradale, affissi sopra la porta dell'entrata, con scritto «No Tav» e «No sondaggi».

«Presidieremo notte e giorno, da qui non passerà nessuno», ha detto Alberto Perino, per spiegare la contrarietà del movimento sia all'opera che ai sondaggi geognostici (91 previsti lungo tutto il tracciato della linea ferroviaria). Oltre ai No-Tav, presenti anche alcuni amministratori delle valli contrari all'opera, tra cui il sindaco di San Didero e i vicesindaci di Avigliana e Mattie. Nessun disordine né blocco del traffico. Una pattuglia di carabinieri e alcune volanti della polizia stradale stanno osservando da lontano.

«Oggi siamo in mille, altri 300 si stanno muovendo in Val Sangone e una cinquantina a Rivoli - commenta Alberto Perino - dal 2005 (quando si verificarono gli incidenti di Venaus, ndr) non è cambiato niente. Anche i sondaggi sono una buffonata. Sappiamo che per farli servono al massimo 3 milioni di euro, perché ne hanno chiesti 6? Forse per finanziare qualche campagna elettorale?». Altri presidi sono in costruzione a Condove, in regione Gravio e a Borgone di Susa. Quello storico di Venaus, montato nel giugno del 2005 e poi riallestito nel dicembre dello stesso anno dopo l'intervento della polizia, resta presidiato da Biagio, guida No-Tav che vive lì da cinque anni, da pochi giorni rimasto senza lo storico compagno Raul scomparso da poco. «Ricominciamo da qui - spiega Lele Rizzo, leader No-Tav che guidò gli scontri con la polizia di quattro anni fa - rispetto ad allora dobbiamo ripartire ma siamo molti di più».