25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Sicurezza consumatore

Sequestrati cosmetici al piombo e al cromo

Operazione della Gdf di Venezia. Denunciati 4 cinesi. Sequestrati 6,5 milioni di pezzi con concentrazioni 2mila volte più alte

VENEZIA - Sostanze nocive e metalli pesanti cancerogeni in concentrazioni superiori anche di 2mila volte rispetto al consentito. Non si tratta di una discarica abusiva ma di cosmetici e prodotti di bellezza. La finanza di Venezia ne ha sequestrato oltre 6,5 milioni di pezzi, del valore di 40 milioni di euro, sottoponendo a sequestro preventivo anche le due aziende importatrici. Erano prodotti in Cina e importati per essere immessi in commercio in tutta Europa. Quattro i denunciati, tutti di etnia cinese, due residenti a Milano e due residenti a Venezia.

I finanzieri che hanno scoperto il grosso giro d'affari, insospettiti, hanno deciso di acquistare, come normali consumatori, un phard, un ombretto e un lucida-labbra, tutti a marchio «Riveel», esposti nella vetrina di un negozio di Venezia, spendendo in tutto 6 euro. Gli esiti delle prime analisi chimiche si sono rivelati estremamente allarmanti: nichel, cromo, piombo e cobalto in concentrazioni tali da portare le fiamme gialle a richiedere un parere direttamente all'Istituto superiore della sanità, che ha confermato l'alta pericolosità dei prodotti. L'Iss ha riferito che era la prima volta che ci si trovava di fronte a una concentrazione tanto elevata di metalli pesanti in prodotti di bellezza.

In particolare, nel phard è risultata una concentrazione di piombo pari a 1.632 mg per chilo a fronte di quella consentita pari a 20 mg/kg. E' scattato così il sequestro dei primi cosmetici nei confronti del commerciante veneziano, presso il quale era possibile risalire ai fornitori, due imprese, la «D.I. Riveel Srl» e la «Baist trading Srl», con sede nella «China Town» di Milano e capannone non dichiarato in Paderno Dugnano, in provincia di Monza Brianza, entrambe facenti capo a due coniugi cinesi, risultate dirette importatrici dei prodotti, presso le quali sono stati sequestrati oltre 6,4 milioni di prodotti cosmetici nocivi, cui sono da aggiungersi ulteriori 100mila confezioni sequestrate a seguito di 70 perquisizioni effettuate in tutta Italia dalla finanza presso altrettanti negozi.

Per importare i cosmetici, veniva apposta un'etichettatura formalmente perfetta, predisposta grazie a un perito tecnico italiano di Genova, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti, che si occupava anche della certificazione di qualità e di tutta la documentazione relativa all'importazione dei prodotti. Simili concentrazioni, fanno notare le fiamme gialle, sono note per essere associate a effetti cancerogeni e sensibilizzanti quali la dermatite allergica da contatto. Una bimba di Salemi, in provincia di Trapani, nel dicembre 2007 è stata colta da shock anafilattico causato proprio dall'uso di prodotti «Riveel».

Sequestrate dalla finanza anche le due aziende importatrici, due unità commerciali a Milano, un capannone di 800 mq. a Paderno Dugnano, con attrezzature produttive e ufficio, un autocarro e il marchio «Riveel», i cui prodotti sono stati sottratti tutti alla commercializzazione.

RICEVIAMO DAL LEGALE DELLA DITTA RIVEEL

Con riferimento alle notizie apparse in merito al sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza, Tenenza di Venezia, di prodotti cosmetici con il marchio Riveel, nell’interesse della ditta anzidetta invio le seguenti informazioni necessarie per una corretta e completa conoscenza dei fatti.

Tengo, in primo luogo, a precisare che attualmente sono in corso unicamente delle indagini e dei controlli a campione, i cui esiti non sono ancora ufficialmente noti, mentre nessun concreto illecito o reato è stato accertato a carico della Riveel. Tale ditta, regolarmente iscritta alla Camera di Commercio, opera in Italia da diversi anni, e si limita a commercializzare diverse tipologie di prodotti, tra i quali anche cosmetici, provenienti dall’industria sia italiana sia straniera, non soltanto cinese.

Nessun caso è mai stato accertato di persone che abbiano subito qualsivoglia tipo di danno usando i prodotti recanti il marchio Riveel.

La notizia diffusa relativa ad uno shock anafilattico subito da una bambina per l'uso di un prodotto Riveel non ha fondamento, giacchè non è mai stato accertato che il fatto sia dipeso dall'uso di quel prodotto, ipotesi questa che anzi è stata giudicata in concreto scientificamente improbabile (è verosimile che si sia trattato di una allergia soggettiva non conosciuta).

I controlli che su taluni prodotti sono stati già eseguiti, nell'ambito delle indagini, hanno dato esiti positivi, tanto che in data 20/7/2009 la Procura di Venezia ne ha disposto il dissequestro.

Pur non essendoci ancora alcun dato ufficiale, parrebbe che occasionalmente talune partite abbiano presentato valori superiori a quelli consentiti, ma si tratta solo di alcuni casi, non della generalità dei prodotti.

Il prezzo non elevato di molti prodotti non è indice di nocività, giacchè tantissimi prodotti costano poco e ne è stata confermata la assoluta sicurezza attraverso i controlli effettuati.