28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Dossier della Fao sulla fame nel mondo

Actionaid: «Italia solo 14esima in politiche lotta alla fame»

Ai primi posti dei Paesi più virtuosi il Brasile e, a sopresa, la Cina

ROMA - In occasione della presentazione del dossier della Fao sulla fame nel mondo, l'organizzazione umanitaria ActionAid ha presentato il suo rapprto «Chi sta veramente combattendo la fame», con una classifica dei Paesi più virtuosi nella lotta alla fame. Tra i 22 paesi più avanzati, dice la Classifica, le politiche più virtuose sono quelle del Brasile (e, a sorpresa della Cina), mentre l'Italia, nonostante la sua appartenenza al G8 è solo al quattordicesimo posto.

«Il primo Obiettivo del Millennio, che aveva come target di dimezzare il livello degli affamati entro il 2015, è ormai irraggiungibile» ha detto Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid commentando il SOFI, il Rapporto sull'Insicurezza Alimentare presentato oggi dalla FAO. «Ogni 6 secondi un bambino muore di fame, ma questo scandalo potrebbe facilmente essere eliminato se tutti i governi intervenissero in modo determinato, ma è necessaria una veloce e decisa inversione di marcia per non vedere peggiorare ancora questi numeri.

» Basterebbe seguire le politiche seguite dai governi del Brasile e della Cina, oppure come quelli del Ghana, del Vietnam e del Malawi. Sono questi i Paesi in testa alla classifica stilata da ActionAid sui Governi che stanno mettendo in atto le politiche migliori per combattere il problema della fame. Nel rapporto «Chi sta veramente combattendo la fame?», ActionAid ha analizzato il lavoro di 51 governi e le sorprese sono state molte: la Cina, ad esempio, si classifica seconda tra i Paesi in via di sviluppo, poiché ha ridotto i numeri della fame di 58 milioni in 10 anni attraverso un deciso supporto dello Stato per i piccoli contadini. Al contrario in India più di trenta milioni di persone in più vanno a letto affamate, rispetto alla fine degli anni Novanta.

«Questa classifica - spiega Marco De Ponte - valuta non solo i risultati raggiunti dai governi, ma anche le politiche e gli impegni che essi hanno preso per sconfiggere la fame». I Paesi in via di sviluppo sono stati infatti valutati sulla base del loro impegno a garantire il diritto al cibo, agli investimenti in agricoltura e protezione sociale e sulle azioni per salvaguardare la nutrizione infantile. Per quanto riguarda invece i Paesi industrializzati, la loro valutazione si è basata sugli impegni per un'agricoltura sostenibile e per quanto riguarda il modo di affrontare la sfida dei cambiamenti climatici.

Su trenta Paesi in via di sviluppo, il Brasile è al primo posto nella classifica, seguito da Cina e Ghana. Chiude la classifica la Repubblica Democratica del Congo. Su ventidue paesi industrializzati, invece, l'Inghilterra si classifica ottava, la Francia nona, gli Stati Uniti ventunesimi e l'Italia quattordicesima. Al primo posto il Lussemburgo e fanalino di coda la Nuova Zelanda.