24 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Zunino verso uscita gruppo

Risanamento: Sospesa in Borsa, oggi cda

All'odg esame piano salvataggio e cooptazione nuovo presidente

MILANO - Risanamento temporaneamente sospesa oggi in Borsa in attesa di un comunicato. Lo comunica Borsa Italiana, nel giorno del consiglio di amministrazione del gruppo immobiliare convocato nel tardo pomeriggio per esaminare il piano di salvataggio da 500 milioni (150 mln di aumento di capitale e 350 mln di prestito convertendo) concordato sabato dalle banche e per cooptare il nuovo presidente al posto del fondatore Luigi Zunino.

SCENDE LA QUOTA DI ZUNINO - Se il piano dovesse essere approvato la quota di Luigi Zunino nella società, in caso di conversione del debito obbligazionario contratto in titoli Risanamento alla scadenza dei bond convertibili da 350 milioni di euro, potrebbe scendere a una quota tra il 30 e il 40 per cento circa.

Il precedente piano di Leonardo (advisor di Risanamento) prevedeva un intervento praticamente pari alla metà di quello previsto dalle banche, si parlava infatti di una manovra da 250 milioni di euro di cui 150 milioni in bond convertibili e altri 100 milioni di euro destinati alla ricapitalizzazione.

ZUNINO SENZA PIÙ RUOLI NELLA SOCIETA' - Nel corso della riunione, che dovrebbe tenersi intorno alle 17 o al più tardi alle 18, Zunino, che ha già lasciato cariche e deleghe, dovrebbe abbandonare qualsiasi ruolo nella società, dando così un netto segnale di discontinuità al tribunale che mercoledì dovrà pronunciarsi sulla richiesta di fallimento avanzata dalla Procura.

NOMINE - Sulla scelta del presidente la situazione è ancora «fluida», spiegano fonti vicino alle trattative, e il suo nome dovrebbe essere diverso da quelli finora filtrati. I nomi che sono circolati con più insistenza negli ultimi giorni sono quelli del commercialista Angelo Casò, consigliere di Mediobanca, e dell'ex presidente della Comit Luigi Fausti.

TRIBUNALE FALLIMENTARE - Appare, infine, poco percorribile l'ipotesi che Risanamento possa chiedere al tribunale fallimentare di rinviare la propria sentenza di un mese o due, in modo da approntare al meglio il piano di salvataggio.