19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Stime FAO sulla fame nel mondo

Coldiretti: speculazione su grano ha bruciato 200 miliardi

Le quotazioni internazionali si sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel dello scorso anno a poco più

ROMA - La speculazione sulla fame ha bruciato nel mondo quasi 200 miliardi di dollari solo per il grano con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) dello scorso anno a poco più di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo) mentre i prezzi dei prodotti alimentari derivati come pane e pasta hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi ed in quelli poveri. E’ quanto afferma la Coldiretti, sulla base delle quotazioni al Chicago Board of Trade, nel commentare le nuove stime pubblicate dalla Fao secondo la quale la fame nel mondo nel 2009 raggiungerà per la prima volta un livello storico con 1,02 miliardi di persone in stato di sotto nutrizione.

Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola - denuncia la Coldiretti - rimangono alti i prezzi al consumo che rendono ancora più difficile la sopravvivenza del miliardo di affamati. Come dimostra il fatto che, secondo una analisi della Fao, l'andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che nell'80 per cento dei casi i prezzi sono più alti dello scorso anno. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - continua la Coldiretti - è fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime come grano, mais e soia. Manovre finanziarie sul cibo che stanno «giocando» senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi.

Gli effetti disastrosi della crisi economica confermano che il cibo non è una commodities qualunque il cui acquisto può essere rinviato di un anno, come nel caso delle automobili, e per questo - afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini - sono necessarie politiche specifiche per mantenere viva e sviluppare l'agricoltura. L'emergenza alimentare - precisa Marini - non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perché questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e - continua Marini - occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero. Alle agricolture di tutto il mondo - conclude Marini - devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori perché negare tutto ciò è più distorsivo di qualsiasi aiuto di stato

Secondo le previsioni internazionali nel 2009 crolla il raccolto mondiale di grano con un riduzione stimata pari al 4,9 per cento rispetto allo scorso anno con inevitabili effetti sulla disponibilità di alimenti per sfamare la popolazione dei paesi più poveri anche perché - sottolinea la Coldiretti - si prevede un contenimento complessivo nella produzione di tutti i cereali del 3,1 per cento per effetto delle minori semine dovute ai basi prezzi riconosciuti agli agricoltori rispetto ai costi. Le previsioni - sottolinea la Coldiretti - sono per una produzione di grano mondiale di 655 milioni di tonnellate (- 4,9 per cento) per effetto di una riduzione del 7 per cento delle semine invernali in Nord America e cali in Canada ed in molti Paesi europei come l'Italia dove i terreni seminati a grano duro sono inferiori di almeno il 20 per cento rispetto allo scorso anno. Migliori - precisa la Coldiretti - sono le stime in Australia, Nord Africa e in Asia dove l'arrivo delle pioggia ha scongiurato il rischio siccità mentre in Sud America le previsioni sono per un calo del 5 per cento.