20 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Morti bianche

In 2500 a cancelli Saras, polemiche su sicurezza

L'agitazione proseguirà fino a venerdì, impianti sotto sequestro

CAGLIARI - Erano in 2500 questa mattina, già alle sette, davanti ai cancelli della Saras, la grande raffineria di Sarroch, alle porte di Cagliari, dove ieri pomeriggio sono morti Gigi Solinas, 27 anni, Bruno Muntoni, 52 anni, sposato e padre di tre figli e Daniele Melis, di 26 anni, tutti di Villa San Pietro, operaio dalla Comesa, impresa per la quale stavano eseguendo lavori di manutenzione nell'impianto di desolforazione. Un impianto che è stato messo sotto sequestro, come ha comunicato il direttore del personale della Saras, Carlo Vinci, ai delegati aziendali di Cgil-Cisl-Uil, e dove ora stanno eseguendo verifiche preliminari all'inchiesta gli ispettori dell'Arpas, dell'Inail e dell'Ispes. Tre grandi mazzi di rose bianche e rosse sono state legate questa mattina ai cancelli della grande raffineria, in ricordo dei tre operai, in un piazzale, quello davanti agli impianti, gremiti di lavoratori, rappresentanti sindacali e qualche amministratore.

Sul fronte delle indagini, i magistrati che seguono il caso sono cauti: il procuratore della Repubblica di Cagliari, Mauro Mura, ha confermato che le ricostruzioni fatte dalla stampa e quelle degli investigatori sono pressochè identiche. Si attende il parere dei consulenti per stabilire eventuali responsabilità sulla tragedia. Sul tavolo di Mura è già arrivata la relazione del sostituto procuratore Maria Chiara Manganiello, titolare dell'inchiesta. Saranno effettuati domani gli esami autoptici sui corpi di Daniele Melis, Luigi Solinas, Bruno Muntoni, i cui funerali potrebbero essere celebrati venerdì a Villa San Pietro, loro paese d'origine.

E proprio Villa San Pietro ha reagito con sgomento e dolore alla morte di tre suoi figli: «E' sconcertante dover piangere tre vittime sul lavoro, morte nel giro di 15 secondi - ha detto il sindaco Matteo Muntoni - Villa San Pietro, così come Sarroch è un paese strettamente legato alla realtà della Saras, è la nostra vita da ormai quarant'anni. Una morte improvvisa ed incomprensibile che farà cambiare tante cose: mi chiedo cosa dirò a tutti quei ragazzi che vengono nel mio ufficio per chiedermi di intercedere presso le ditte che lavorano con la raffineria». Amarezza anche dalle parole di Efisio Muntoni, fratello maggiore di uno degli operai morti: «Mio fratello cominciava da poco a vivere meglio, almeno sul lato economico - spiega Efisio Muntoni - ora quest'enorme mazzata. Mio fratello lavorava alla Saras da una decina d'anni. Quest'azienda è l'unica realtà importante nella zona. Ultimamente l'ho sentito parlare della fermata degli impianti, penso si trattasse di una situazione un po' più pericolosa del solito».

Intanto infuriano le polemiche sulla sicurezza degli impianti Saras. Secondo il segretario territoriale della Cgil, Nicola Marongiu, lo stop per manutenzione dell'impianto, inizialmente previsto per sette mesi, è stato rimodulato a 45 giorni a causa della crisi. E i sindacati confederali sardi Cgil-Cisl-Uil, si preparano a proclamare lo sciopero generale in tutta l'isola, decisione che verrà presa nel corso di un vertice a Tramatza, e polemizzano con la Regione per i ritardi nella stesura del programma regionale per gli infortuni sul lavoro. Altre due giornate di sciopero dei lavoratori Saras della raffineria di Sarroch sono state proclamate al termine di un coordinamento di fabbrica per protestare contro la morte dei tre operai della Comesa, società con 170 dipendenti, specializzata nella manutenzione di impianti industriali. Altre otto ore di astensione dal lavoro, sono state proclamate per il giorno dei funerali, presumibilmente venerdì.

Di fatto quindi, i lavoratori riprenderanno regolarmente servizio lunedì della prossima settimana. E' stato anche deciso di bloccare a tempo indeterminato gli straordinari. Durissimo il segretario nazionale della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi: «La magistratura agisca - ha detto il leader dei metalmeccanici - e faccia come a Torino per la Thyssen, non si limiti ad esaminare quello che è avvenuto ed iscriva nel registro degli indagati i vertici della Saras, se necessario anche i Moratti». La Fiom si costituirà parte civile, insieme alla Provincia di Cagliari in un eventuale processo. Gianmarco, Angelo e Massimo Moratti, rispettivamente presidente, amministratore delegato e vicepresidente della Saras hanno incontrato a Villa San Pietro nella casa parrocchiale, i familiari dei lavoratori morti. Al termine dell'incontro, al quel non sono stati ammessi giornalisti e telecamere, i Moratti non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.