27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
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Tragedia alla raffineria Saras di Sarroch, 3 morti

Operai intossicati in cisterna dell'impianto di desolforazione

CAGLIARI - Sono morti in tre, per intossicazione da anidride solforosa, mentre erano impegnati nei lavori di manutenzione dell'impianto di desolforazione. L'ennesima tragedia sul lavoro ha come palcoscenico la raffineria Saras di Sarroch, a pochi chilometri da Cagliari, uno dei più grandi impianti d'Europa, di proprietà della famiglia Moratti.

Le vittime sono Gigi Solinas, 27 anni, Bruno Muntoni, 52 anni, sposato e padre di tre figli e Daniele Melis, di 26 anni, tutti di Villa San Pietro, paese che sorge a poca distanza dalla raffineria maledetta. Lavoravano per la Comesa, società, con 170 dipendenti, specializzata nella manutenzione di impianti industriali. Uno di loro si è sentito male verso le 13.30 di ieri all'interno di all'interno di una grande cisterna dell'impianto di desolforazione, capace di contenere fino a 100 mila litri di gasolio in lavorazione. Immediato l'allarme del collega che lavorava con lui che ha chiamato di rinforzo altri due compagni che in quel momento si trovavano fuori dalla cisterna. Ne è uscito vivo solo uno, gli altri sono morti in pochissimo tempo.

Poi l'allarme, gli operai della Saras in servizio in quel momento, circa 300, che lasciano lo stabilimento, l'arrivo dei medici del 118 che non hanno potuto far altro che constatare la morte dei tre operai.

La raffineria è uno degli impianti più importanti del Mediterraneo e vi lavorano oltre mille persone, cui si aggiungono le 3000 dell'indotto. La capacità complessiva della raffineria è di 110mila barili raffinati al giorno, mentre i tre impianti di distillazione del greggio hanno una capacità complessiva di 15 milioni di tonnellate l'anno. Dati che sembrano vuoti di fronte ad una tragedia che sconvolge un'intera isola. Arriva la solidarietà e il cordoglio delle alte cariche dello stato, i presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini. Quest'ultimo farà osservare un minuto di silenzio durante i lavori della Camera dei Deputati.

Partono per la Sardegna anche il presidente e l'amministratore delegato della Saras, Gianmarco e Massimo Moratti. Sul luogo della tragedia, anche il presidente della Regione, Ugo Cappellacci: «Una tragedia immane», dichiara a caldo il governatore, accolto dagli operai e dai familiari delle vittime. «Falla chiudere, falli arrestare tutti», gridano all'indirizzo del governatore che, accompagnato dagli assessori all'Industria, Andreina Farris e al lavoro, Maria Valeria Serra, dopo l'incontro con il direttore dello stabilimento Guido Grosso, si è intrattenuto con i familiari dei tre operai morti.

Intanto piovono le prime accuse: «Qualcuno non ha bonificato il serbatoio» , ipotizza il segretario generale della Cigl sarda, Enzo Costa, fatto subito smentito dall'azienda che precisa come l'impianto di desolforazione fosse stato bonificato ieri. «Non bisogna abbassare la guardia, il rischio infortuni è tutt'altro che sparito - dice il segretario regionale Industria per la Cisl, Giovanni Matta - Ogni volta che succede un evento come questo è tutto il sistema che viene sconfitto». «La percentuale degli incidenti sul lavoro ha ormai superato qualsiasi limite anche in Sardegna - commenta la segretaria generale della Uil, Francesca Ticca - Bisogna puntare su sicurezza e formazione dei lavoratori. Servono anche regole e pene molto severe per garantire la sicurezza». «Non parliamo di fatalità - ribadisce Enzo Costa, segretario generale Cgil - ma piuttosto di responsabilità collettiva: è la società che deve fermarsi a riflettere perché sul mondo del lavoro è una strage». Cgil-Cisl e Uil hanno proclamato per domani otto ore di sciopero che paralizzeranno le attività della raffineria.