28 marzo 2024
Aggiornato 23:00

Più 4,2% a gennaio l’import Ue di calzature

Avanzano, in Europa, Cina e Indonesia

La crisi non ferma l’import di calzature dei paesi Ue. Lo rivela un’analisi di www.trendcalzaturiero.it, basata sui dati Eurostat, da cui emerge, a gennaio 2009, una crescita delle importazioni del 4,2% su base annua. In valore assoluto la spesa per gli acquisti di scarpe dalle nazioni extra-Ue è balzata oltre 1,23 miliardi di euro, da 1,18 miliardi del gennaio 2008.

A spingere sul mercato comune è stata principalmente la Cina, con l’import di calzature da Pechino che ha raggiunto, a livello dei Ventisette, quota 654 milioni di euro, un importo superiore del 6,6% a quello di un anno fa.

Rallentano al contrario i flussi dal Vietnam, in calo del 9,3% in termini monetari e inferiri a 200 milioni. Segno meno anche per le calzature indiane, che rispetto al gennaio 2008 hanno sperimentato una flessione del 2,3%. Di contro è fortemente aumentato l’import da Indonesia e Brasile, con crescite, anno su anno, rispettivamente del 54,6 e del 22,2 per cento.

Sul fronte dell’export, le spedizioni di calzature dei Ventisette verso i Paesi terzi hanno generato, a gennaio 2009, un giro d’affari di 374 milioni di euro, un importo inferiore del 14% a quello di inizio 2008 (434 milioni). La tendenza al ribasso ha riguardato tutti i principali sbocchi commerciali del made in Europe, con punte negative del 25% in Usa e del 12% nel mercato russo. Segnano il passo anche le vendite in Svizzera e Giappone, dove i dati Eurostat riportano riduzioni rispettivamente del 5 e del 6,4 per cento.

L’effetto combinato dell’ammanco sul versante delle esportazioni e del consolidamento della spesa per l’import ha ulteriormente dilatato il rosso dei conti con l’estero del settore. La bilancia commerciale - conclude l’analisi - ha chiuso, per il club dei paesi europei, in forte peggioramento, con il disavanzo valutario delle calzature salito a quota 862 milioni di euro, dai 752 milioni del gennaio 2008 (+14,7%).