29 marzo 2024
Aggiornato 10:00

Calamità naturali, CIA: a rischio il futuro di molte imprese agricole

Senza i finanziamenti per il Fondo di solidarietà

I continui rinvii per il rifinanziamento del Fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali sta provocando gravi problemi agli agricoltori. E’, quindi, indispensabile che si trovi al più presto una valida soluzione. Altrimenti sulle produzioni agricole italiane incombe una pesante minaccia. Potrebbero esserci conseguenze disastrose. A lanciare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori fortemente preoccupata per una situazione che può divenire drammatica per tantissime aziende agricole che oggi sono completamente «scoperte» contro le avversità atmosferiche.

RISORSE - Ancora una volta -avverte la Cia- ci troviamo di fronte a promesse mai mantenute. Come è avvenuto per altri settori produttivi, ora è necessario trovare le risorse adeguate anche per l’agricoltura. Le imprese non possono continuare ad operare tra difficoltà e grandi incertezze. E la mancanza di finanziamenti per il Fondo nazionale di solidarietà provoca una situazione estremamente precaria. Il governo deve provvedere immediatamente.

NECESSARI 230 MILIONI - La Cia ribadisce, dunque, che è indispensabile un finanziamento pari almeno a quello dello scorso anno: 230 milioni di euro. Senza i finanziamenti per le calamità naturali resta, così, incerto il futuro di migliaia di imprese agricole. D’altra parte, il Fondo nazionale di solidarietà, proprio per il suo carattere strutturale, consente alle aziende agricole di affrontare in modo sereno e duraturo le sfide del mercato. E’ uno strumento fondamentale che anche l’Unione europea considera idoneo per sostenere gli agricoltori che a differenza di altri settori produttivi, oltre alle difficoltà del mercato, subiscono condizionamenti dovuti a naturali calamità e ad eventi imprevedibili.

Insomma, gli stessi piani di lavoro delle imprese agricole, senza la certezza del Fondo di solidarietà, saranno messi in crisi e ciò -conclude la Cia- potrebbe provocare la chiusura di aziende e anche un aumento della disoccupazione.