29 marzo 2024
Aggiornato 11:30

L’export di calzature italiane cede il 3,3% a gennaio 2009

Con l’export sceso in valore a 595 milioni di euro, dai 616 milioni circa del gennaio 2008

ROMA - Avvio in salita nel 2009 per l’export di calzature made in Italy. In base ai dati Istat - rivela il sito www.trendcalzaturiero.it - il fatturato all’estero ha subito a gennaio una contrazione del 3,3%, con l’export sceso in valore a 595 milioni di euro, dai 616 milioni circa del gennaio 2008.

Le importazioni hanno fatto segnare, nello stesso periodo, una crescita in termini monetari del 17%, portandosi a ridosso dei 360 milioni di euro (erano a 307 milioni scarsi nel gennaio dell’anno scorso).

In forte peggioramento i conti con l’estero del settore, con il saldo attivo della bilancia commerciale che da 309 milioni di euro del gennaio 2008 è scivolato quest’anno a quota 236 milioni, riducendosi del 23,6%.

La dinamica dell’export evidenzia per le calzature italiane una sostanziale tenuta in area Ue (-0,1%), grazie a un consolidamento delle vendite in Francia (+8,1%) e Belgio (+1,4%), controbilanciato da un meno 3,2% in Germania e da riduzioni nell’ordine del 3,5% nel mercato britannico e del 12,5% nei Paesi Bassi. Cede solo un frazionale 0,2% l’export in Spagna, mentre in Austria i dati Istat riportano un più robusto meno 7,4%.

Fuori dal perimetro comunitario - rivela ancora l’analisi di www.trendcalzaturiero.it - l’export si è ridotto complessivamente dell’8,5% rispetto al gennaio 2008, incorporando nel dato complessivo riduzioni nell’ordine del 18,3% in Usa e del 2,2% in Svizzera. Positivo il dato delle esportazioni in Russia, dove il calzaturiero italiano ha messo a segno un progresso dell’1%, ribaltando la dinamica negativa dell’ultimo trimestre 2008 (-21,1%). Migliora l’export di scarpe italiane anche in Giappone (+2,5%) e a Hong Kong (+9,3%), mentre accusa un meno 16% negli Emirati Arabi Uniti.

Sul versante delle importazioni, il balzo in avanti di gennaio, sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l’aumento del 10,7% della spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l’import da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il Vietnam e dell’8,8% la Romania.