29 marzo 2024
Aggiornato 11:00

Senza copertura assicurativa a rischio migliaia di imprese agricole

E con l’arrivo del maltempo crescono i pericoli per le colture

Senza una adeguata copertura finanziaria del Fondo nazionale di solidarietà per le calamità naturali, sulle produzioni agricole italiane incombe una grave minaccia. Finora non è iniziata la campagna assicurativa 2009, mentre lo scorso anno in questo periodo erano stati già sottoscritti il 30-40 dei contratti. Un ritardo, quindi, che mette a serio rischio soprattutto la frutticoltura, in particolare dell’Emilia Romagna, e molte varietà di primizie. Il tutto in presenza di una nuova ondata di maltempo che ha investito l’Italia e che potrebbe avere, nei prossimi giorni, pesanti conseguenze sulle colture.

A lanciare l’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori fortemente preoccupata per una situazione che può divenire drammatica per tantissime aziende agricole che oggi sono completamente «scoperte» contro le avversità atmosferiche.

Necessari 230 milioni di euro - La Cia ribadisce, dunque, che è indispensabile un finanziamento pari almeno a quello dello scorso anno: 230 milioni di euro. L’emendamento al decreto sulle quote latte approvato dalla Commissione Agricoltura della Camera, senza, peraltro, il parere della Commissione Bilancio, è totalmente insufficiente per le imprese agricole. Il possibile stanziamento di 100 milioni coprirebbe solo una minima parte del fabbisogno. Ciò vorrebbe dire avviare la campagna di quest’anno con solo 20 milioni, perché i restanti 80 milioni sono per il pregresso.

Una cifra irrisoria che potrebbe far lievitare, quando inizierà la campagna assicurativa, di almeno quattro volte il costo delle polizze che gli agricoltori andranno a sottoscrivere. E questo, visto le difficoltà con cui oggi le imprese agricole sono costrette a confrontarsi, potrebbe portare -rileva la Cia- molti produttori, alle prese con oneri gestionali opprimenti, a non stipulare contratti assicurativi.

Futuro incerto - Senza i finanziamenti per le calamità naturali resta, così, incerto -avverte la Cia- il futuro di migliaia di imprese agricole. D’altra parte, il Fondo nazionale di solidarietà, proprio per il suo carattere strutturale, consente alle aziende agricole di affrontare in modo sereno e duraturo le sfide del mercato. E’ uno strumento fondamentale che anche l’Unione europea considera idoneo per sostenere gli agricoltori che a differenza di altri settori produttivi, oltre alle difficoltà del mercato, subiscono condizionamenti dovuti a naturali calamità e ad eventi imprevedibili.

Insomma, gli stessi piani di lavoro delle imprese agricole, senza la certezza del Fondo di solidarietà, saranno messi in crisi e ciò -conclude la Cia- potrebbe provocare la chiusura di aziende e anche un aumento della disoccupazione.