16 aprile 2024
Aggiornato 19:30

Sì della Camera Usa a una tassa del 90% sui bonus dei manager

La FED sapeva dei bonus ma non informò la Casa Bianca

WASHINGTON - La Camera degli Stati Uniti approva alla velocità della luce una proposta di legge per imporre una tassa del 90% sui bonus erogati da Aig e da altre società aiutate dal governo. Ma la manovra fa poco per placare la rabbia dei repubblicani, che continua a crescere. Ieri è arrivata infatti un'altra notizia bomba: la Federal Reserve sapeva dei bonus di Aig da mesi. In realtà più che di una notizia si tratta di indiscrezioni che sono state riportate dal Washington Post. Ma l'autorevole quotidiano americano ha citato comunque fonti vicine all'amministrazione. E alla stessa Aig.

La Fed dunque avrebbe saputo, ma nonostante questo non avrebbe informato la Casa Bianca. L'ammissione è arrivata anche da alcuni stessi dirigenti di Aig, che hanno precisato che la Banca centrale americana venne a conoscenza dei bonus del gruppo assicurativo americano tre mesi fa; molto prima dunque del dipartimento del Tesoro Usa e della Casa Bianca, che hanno reso noto di essere stati informati soltanto la scorsa settimana. Non solo così si grida allo scandalo Aig, ma ora ci si chiede anche quale sia il reale livello di coordinamento e di scambio di informazioni tra la Fed e il dipartimento del Tesoro, chiamati tra l'altro a sostenere l'economia e a combattere insieme la più grande crisi dalla Grande Depressione. Questo, mentre il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner è sempre più colpito dagli attacchi dei repubblicani, e la parola dimissioni inizia a circolare fin troppo spesso.

Il caso Aig sembra provocare anche una spaccatura tra i democratici del Congresso e il governo americano. Un'aspra critica contro le responsabilità dell'amministrazione è stata infatti lanciata dallo stesso Christopher Dodd, presidente democratico della Commissione bancaria del Senato. Dodd ha puntato il dito in particolare contro il dipartimento del Tesoro, che avrebbe fatto pressioni chiedendo di cambiare il testo di un suo emendamento al piano di stimoli da 787 miliardi di dollari che, nel caso in cui fosse stato invece approvato, avrebbe limitato l'erogazione dei bonus a favore dei dirigenti di società, come Aig, aiutate dal governo. «Non avrei voluto cambiare il mio emendamento originale, approvato dal Senato - si è sfogato Dodd -ma l'ho fatto su richiesta dei funzionari del governo, che non mi hanno dato alcuna indicazione sul possibile collegamento (dell'emendamento) con Aig». In un comunicato stampa Dodd ha scritto ancora. «Fatemi essere chiaro. Sono stato completamente all'oscuro di questi bonus di Aig fino alla scorsa settimana».

In tutto questo, la Camera approva velocemente la proposta di legge dei democratici, che non convince affatto molti repubblicani; tanto che lo stesso John Boehner, leader della minoranza repubblicana, definisce la legge «un circo politico», volto a distogliere l'attenzione dalle ragioni per cui la Casa Bianca non è riuscita a impedire l'erogazione dei bonus da parte di Aig per 165 milioni di dollari. La proposta volta a tassare i bonus è approvata comunque alla Camera con 328 voti favorevoli e 93 contrari.

«Vogliamo indietro i nostri soldi, e li vogliamo ora per i contribuenti», dice fermamente il presidente della Camera Nancy Pelosi. Il disegno di legge non vuole colpire solo i bonus di Aig, ma i bonus erogati da tutte quelle società che hanno ricevuto fondi federali dal governo degli Stati Uniti per un valore superiore ai 5 miliardi di dollari; e bonus, anche, che sono stati percepiti da dirigenti il cui nucleo familiare percepisce ogni anno un reddito superiore ai 250.000 dollari.