24 aprile 2024
Aggiornato 04:30
I fatti del BuonGoverno

Già mezzo milione di social card

Oltre 22 milioni di euro spesi fino a oggi con la “social card”. Quaranta miliardi delle vecchie lire che sono la migliore risposta alle scomposte e irragionevoli polemiche scatenate dall’opposizione sulla “carta acquisti”

Oltre 22 milioni di euro spesi fino a oggi con la «social card». Quaranta miliardi delle vecchie lire che sono la migliore risposta alle scomposte e irragionevoli polemiche scatenate dall’opposizione sulla «carta acquisti» che il governo ha messo a disposizione dei pensionati e delle famiglie in maggiore difficoltà. Cifre che dimostrano come il provvedimento, presente in altri Paesi, abbia incontrato e incontri il favore degli italiani, a dispetto dell’avvilente e vergognosa «guerra» sui poveri e ai poveri innescata dal centrosinistra.

Prima l’hanno osteggiata definendola «un’elemosina» («con un atteggiamento radical chic», ha ricordato Bonaiuti). Ora, di fronte al gradimento degli interessati, hanno scatenato una nuova polemica prendendo a pretesto alcuni casi di disservizio (veri o presunti) e inventandosi letteralmente numeri. Come ha fatto Repubblica, secondo la quale «una su tre è senza soldi», «beffati 200mila poveri». Sono cifre palesemente buttate lì a caso, dove la politica pretende di dettar legge anche sulla matematica.

A mettere ordine nei numeri, quelli veri, ha provveduto il ministro Vito nel riferirne in Parlamento: sono 420mila le «social card» distribuite finora a fronte di una richiesta di 580mila al 31 dicembre. E sono 664mila le transazioni fino a oggi effettuate dai possessori, per una media di 33 euro. L’Inps ha fatto sapere di aver evaso tutte le richieste (quelle presentate dagli effettivi aventi diritto) nei tempi stabiliti: le carte sono state caricate nei due giorni successivi. Naturalmente il rilascio della card richiede il rigoroso accertamento dei requisiti e viene rilasciata dopo un accurato ed equo accertamento. Si tratta di «un elemento di garanzia innanzitutto per gli aventi diritto – ha ricordato Vito – e riduce i rischi di ingiustizia». Il governo sta predisponendo il decreto che consentirà di accedere al bonus di 120 euro anche a coloro, in possesso dei requisiti, che presenteranno domanda successivamente al 31 dicembre. Gli importi accreditati possono essere spesi nei quattro mesi successivi al periodo di erogazione.

Uno strumento nuovo ha bisogno di rodaggio, i tempi sono stretti, il numero delle card è molto elevato e può accadere qualche spiacevole disguido tecnico. Cosa diversa è moltiplicare per duecentomila il caso di una pensionata che ha trovato la sua card scarica e l’ha raccontato a Mi manda RaiTre». Così come si può comprendere la delusione di quanti hanno sperato di averne diritto e hanno poi appreso di non avere i requisiti di legge. Ha ragione Tremonti: «Si può polemizzare su tutto, ma non sulla povertà». Purtroppo c’è chi lo fa e dovrebbe vergognarsene.