25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Allarme diossina suini

«Evitare psicosi, rischio di gravi danni per imprese del settore e famiglie»

Adoc: «Governo e Autorità facciano chiarezza su reale pericolo per consumatori»

L'allarme diossina sulle carni suine importate dall'Irlanda rischia di danneggiare non solo la salute dei consumatori ma anche l'economia delle famiglie e delle imprese del settore. Queste le considerazioni dell'Adoc, che chiede a Governo e Autorità di essere più chiari e trasparenti verso i consumatori.

«Come consumatori siamo preoccupati dall'allarme diossina - commenta Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - ma va assolutamente evitato l'effetto psicosi, che potrebbe ripercuotersi sull'economia delle famiglie e delle imprese del settore. In Italia si consumano circa 30 chili pro capite l'anno di carne suina, molto più di quella bovina e avicola. Nell'ultimo anno il prezzo di un chilo di carne di maiale è aumentato in media del 6,1%, a fronte di un calo degli acquisti medio del 5%. Qualora l'allarme si trasformasse in psicosi potrebbe verificarsi un ulteriore calo degli acquisti, in particolare di zamponi e cotechini in previsione delle feste natalizie, pari al 10-15%, con conseguenti danni per il settore per milioni di euro. Inoltre, potrebbe generarsi una speculazione sui prezzi dei prodotti simili e alternativi, quali pollame e pesce, che va arginata sul nascere. Eventuali rincari ingiustificati rischiano di nuocere gravemente alla già compromessa economia delle famiglie, per di più sotto Natale. Chiediamo quindi al Governo e all'Autorità di rendere nota la lista dei marchi che hanno acquistato i prodotti dagli allevamenti sospetti, come ulteriore garanzia dei consumatori, di adoperarsi per maggiori controlli sugli allevamenti e le carni importate, e di controllare, già da adesso, il possibile pericolo speculazione. »

Secondo l'Adoc è necessario uniformare la normativa europea in merito alla produzione dei beni agroalimentari.

«Il quadro è ancora più grave, se consideriamo che in Italia si importano prodotti provenienti da altri Paesi europei che non rispettano le severe norme di produzione vigenti nel nostro Paese - continua Pileri - prodotti per cui non è garantita né la tracciabilità né l'etichettatura e per i quali si utilizzano fitofarmaci o concimi da noi vietati da oltre 20 anni. Chiediamo che si intervenga per bloccare l'importazione in Italia e la circolazione all'interno del mercato UE di questi prodotti e di tutti i prodotti che siano sotto gli standard di sicurezza italiani. Crediamo sia opportuno agire a livello europeo con l'intento di realizzare, al massimo livello, un'uniformità normativa in merito alla produzione dei beni agroalimentari, tale da preservare il «made in» e garantire il consumatore, italiano e europeo, sulla sicurezza e qualità dei prodotti che acquista.«