Per Adoc positiva iniziativa Fipe «Un prezzo da amico»
Blocco listini e promozioni da 1° novembre
Si è tenuta oggi la conferenza stampa della Fipe di lancio alla campagna «Un prezzo da amico», promossa in collaborazione con il Garante per la sorveglianza dei prezzi, che ha visto come partecipante l’Adoc.
«Accogliamo con soddisfazione il lancio dell’iniziativa della Fipe «Un prezzo da amico» – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – che prevede dal prossimo 1° novembre il blocco dell’intero listino e altre iniziative promozionali negli esercizi aderenti alla campagna. Una possibilità di rilancio dei consumi delle famiglie italiane e di tutela dei piccoli esercizi che, nei centri storici, hanno visto calare la loro presenza del 20%.
Con una progressiva desertificazione e impoverimento dell’area. E’ un primo importante passo verso un possibile accordo tra i consumatori e i commercianti, al fine di operare una riduzione significativa dei prezzi e di intervenire nei settori merceologici più in affanno con misure di contenimento dei prezzi. L’Adoc vigilerà con i suoi sceriffi sull’attuazione della campagna, segnalando i locali che non rispetteranno i dettami dell’iniziativa e mettendo in evidenza i casi virtuosi, con la speranza che siano da stimolo per gli altri esercizi e per gli altri settori merceologici. Anche i consumatori stessi potranno lasciare commenti e valutazioni sulla campagna attraverso il blog www.agendaitalia.net ».
Per l’Adoc il rincaro dei prezzi dei prodotti da bar è anche provocato dal sistema dei buoni pasto.
«La modifica peggiorativa delle regole in questo settore ha portato alle discutibili aste al ribasso per l’attribuzione alla società dell’appalto, al rimborso degli esercizi commerciali spesso sottostimando il valore nominale del buono – continua Pileri - infine il ritardo assurdo nel pagamento ai ristoratori delle proprie spettanze ben oltre i 60 giorni canonici. Tutto questo comporta il tentativo di recupero economico da parte degli esercenti. Che spesso viene caricato su tutti i prodotti venduti, causando un effetto inflattivo che come Adoc denunciamo da quattro anni.»
Per l’Adoc, infine, va aggiunto il problema dell’inadeguato valore dei buoni pasto.
«E’ necessario alzare la soglia dell’esenzione fiscale e contributiva dei buoni pasto, attualmente 5,35 euro, adeguandola al costo dei bar e degli esercizi commerciali – spiega Pileri - in Italia il valore defiscalizzato dei buoni pasto è fermo da 15 anni a 5,35 euro, mentre negli altri Paesi europei l’adeguamento è già stato realizzato da tempo: in Spagna il valore defiscalizzato è di 9 euro, circa il 70% in più dell’Italia, in Francia 7 euro, in Portogallo 6,70 euro. Con un buono pasto oggi non si riesce a comprare un pasto completo, ma basta appena per un tramezzino e un succo di frutta. Considerato che gli utenti giornalieri sono circa 2 milioni, e 100 mila i ristoranti e i bar convenzionati, aumentare il valore dei buoni aiuterebbe i consumatori in un momento di gravi difficoltà economiche».
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