19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Cani sui treni

Il MOIGE: «Oggi sui treni più facilitazioni per chi porta un cane che per chi porta un bambino»

«Un biglietto per un bambino di 5 anni da Milano a Napoli in intercity ci costa quasi 30 euro, mentre portarsi dietro un cane di taglia grande non costa mai più di 5 euro»

Maria Rita Munizzi: «In questo momento difficile, in cui le famiglie devono tirare la cinghia, è veramente paradossale che si discuta sull’opportunità di portare cani grandi in treno, senza prendere coscienza di un fatto: un biglietto per un bambino di 5 anni da Milano a Napoli in intercity ci costa quasi 30 euro, mentre portarsi dietro un cane di taglia grande non costa mai più di 5 euro, per qualsiasi tratta: si sta perdendo di vista secondo noi l’obiettivo principale, che dovrebbe essere quello di una politica aziendale che venga incontro il più possibile alle famiglie»

«E’ sconcertante scoprire che per la questione dei cani sui treni - ha dichiarato Maria Rita Munizzi, Presidente Nazionale del Moige - emerga una disparità di trattamento quantomeno paradossale: a tutt’oggi chi porta un cane, anche se di taglia grande, paga al massimo 5 euro, mentre un genitore con un bambino di 5 anni può usufruire solo di uno sconto del 50% sul biglietto del figlio. E non corrisponde al vero che il cane non occupa un posto, perché l’ingombro di alcuni cani spesso supera quella del singolo posto. Basti pensare che un cane di grossa taglia supera i 30 kg, mentre un bambino di 5 anni non raggiunge a volte i 20 Kg. Ma la questione non è solo quella se portare o non portare i cani, bensì quella di focalizzare l’attenzione sulla discriminazione verso i genitori, rispetto ai proprietari di cani. C’è lo spazio per tenere cani anche di taglia grande a 5 euro per qualsiasi tratta? In termini aziendali spazio significa costo, ed allora sarà possibile anche trovare il modo di far pagare meno i bambini. In realtà questa querelle non ha fatto che mettere in luce ancora una volta il fatto che si facciano levate di scudi per questioni obiettivamente secondarie e non si guardi alle esigenze economiche, oggi veramente pressanti, delle famiglie italiane. Per risolvere questa questione chiederemo subito un incontro all’Amministratore delegato di Trenitalia, e al Sottosegretario Francesca Martini la partecipazione al tavolo tecnico. Ci appelliamo inoltre al Ministro Mara Carfagna perché intervenga sulla questione, decisamente discriminante per i genitori».