20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
La mobilitazione di ENPA

Le prime «risposte» ai divieti per cani e gatti nei treni

L'ISS smentisce Trenitalia, la Liguria dice no

Dal 1° ottobre treni vietati ai cani e ai gatti su peso superiore ai sei chilogrammi. L'assurda nuova norma è contenuta nel nuovo Regolamento che Trenitalia ha approvato per combattere la sporcizia sui treni e l'infestazione di zecche a bordo dei convogli. Per l'Enpa si tratta di una regola senza senso e intollerante che attribuisce la responsabilità del problema a chi non ha voce. «Questa modifica del regolamento – ha dichiarato la Presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi – non è da Paese civile». I legali della Protezione Animali stanno studiando le modifiche verificandone innanzitutto la legittimità. Ma la mobilitazione decisa dall'Enpa non finisce qui.

In queste ore la Protezione Animali sta contattando tutti i parlamentari sensibili ai problemi degli animali invitandoli a impegnarsi in ogni sede affinché il divieto venga rimosso. L'Enpa sta inoltre esponendo il problema ai componenti delle Commissioni Trasporti di Camera e Senato. La protesta arriverà anche nelle piazze italiane il 4 e il 5 ottobre prossimi. La tradizionale «Giornata degli Animali» dell'Enpa, infatti, servirà anche a raccogliere firme per una petizione indirizzata a Trenitalia.

:: LA LETTERA APERTA DELL'ENPA
Intanto la Presidente Nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha inviato ai direttori dei quotidiani una lettera aperta che, di seguito, si propone integralmente...

Caro Direttore,
noi animalisti – e con noi tutto il Paese – abbiamo scoperto all'improvviso e con grande perplessità la causa della sporcizia dei treni: i cani e i gatti. Trenitalia, infatti, per garantire la pulizia dei convogli ferroviari e in particolare per evitare l'infestazione di zecche, ha deciso unilateralmente, supportata da discutibili e frettolosi pareri «scientifici», che dal 1° ottobre i cani e i gatti di peso superiore ai 6 chilogrammi non potranno viaggiare a bordo dei treni. Quelli invece che pesano meno di 6 chili dovranno viaggiare muniti di certificazione veterinaria che escluda la presenza di intestazioni o patologie trasmissibili, emessa in data non anteriore a tre mesi.
Occorre subito dire che questa modifica del regolamento per l'accesso degli animali da compagnia a bordo dei treni non è da Paese civile.
Da anni siamo impegnati a migliorare il rapporto uomo-animali. E ciò nell'interesse dell'uomo (che, se sensibile ai problemi di chi non ha voce è sicuramente un uomo migliore) e degli animali stessi. Con eguale sforzo tentiamo di contenere il fenomeno dell'abbandono, soprattutto dei cani. Questi ultimi molto spesso sono lasciati al loro destino proprio perché la nostra società non è sufficientemente attrezzata per consentire alle famiglie di passare serenamente e comodamente le vacanze in compagnia dei propri animali. Non parlo, certo, solo dei treni ma anche degli alberghi, delle spiagge.
Trenitalia, con la discutibile modifica del regolamento, compie due atti pericolosi. Il primo: aumenta l'intolleranza degli umani nei confronti degli animali. Il secondo: tenta di spiegare ai suoi utenti che i cani sono responsabili della sporcizia sui treni. Ma tutti sappiamo che così non è. Rivoltiamo il guanto: un cane curato e accudito da persone responsabili andrebbe nel bagno di un Intercity? Credo proprio di no. Eppure i servizi igienici sono utilizzati dagli uomini e dovrebbero essere costantemente puliti dagli addetti di Trenitalia.
Di cosa parliamo, allora? Probabilmente di una crociata senza obiettivi. E a pagare le conseguenze sono gli animali, cioè chi non ha voce e non può protestare. O forse l'obiettivo è semplicemente quello di trovare un colpevole, qualche che sia, al quale imputare la responsabilità della sporcizia negli scompartimenti. Trenitalia si è affidata a pareri frettolosi: se avesse consultato chi con gli animali ha a che fare tutti i giorni, avrebbe scoperto che, ad esempio, la soluzione potrebbe essere quella di accettare i cani a bordo solo se provvisti di collare antipulci. Ma è, questa, solo una delle tante soluzioni di buonsenso. Invece si accettano soluzioni intolleranti: la certificazione «emessa in data non anteriore a tre mesi» non ha senso perché il cane può essere attaccato dai parassiti il giorno prima di salire su un treno e con il certificato già emesso. Quindi ad essere esente da infestazioni sarebbe solo il certificato!
Sono certa che le associazioni degli utenti e dei consumatori condividono il nostro dissenso visto che tutelano chi utilizza i servizi di Trenitalia e sanno che le responsabilità non sono certo dei cani e dei gatti.
Insomma, la crociata è partita. La posta in gioco non è solo la tutela degli animali da compagnia e il rispetto dei loro diritti. E' – ed è ancora più grave – la civiltà di un popolo, è il pervicace tentativo di dominio dell'uomo sulla natura e sugli animali. E' il benessere di tutti gli esseri viventi, uomo compreso, spesso costretti da regole assurde a ingaggiare conflitti tra specie di cui possiamo certo fare a meno.
Il 4 e il 5 ottobre saremo nelle piazze italiane con i nostri volontari per la Giornata degli Animali. Appuntamento ormai tradizionale, che quest'anno, purtroppo, non potrà fare a meno di raccogliere firme per richiamare Trenitalia alla tolleranza e al buonsenso.

Il Presidente Nazionale
(Carla Rocchi)

:: LA SMENTITA DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA'
Secca smentita dell'Istituto Superiore di Sanità. In un primo momento Trenitalia aveva affermato che la modifica del regolamento era supportata da un parere scientifico dell'Istituto Superiore di Sanità. «In relazione a quanto apparso sul sito di Trenitalia in merito alle norme che regolano attualmente il trasporto di animali domestici da compagnia sui treni», si legge in una nota diramata nella mattinata di oggi, 24 settembre 2008, «l'Istituto Superiore di Sanità dichiara di non aver mai fornito alcun parere» e «di non aver mai ricevuto alcuna richiesta da parte di Trenitalia di formulare un parere in merito alle misure igienico-sanitarie da adottare nel trasporto degli animali da compagnia. L'Istituto, infatti, solo attraverso specifiche convenzioni, in qualità di Ente Pubblico di Ricerca, può fornire pareri tecnici a soggetti estranei alla Pubblica Amministrazione».
Trenitalia, di conseguenza, si è affrettata a rimuovere dal sito istituzionale la citazione dell'Iss, ma la sostanza resta.

:: LA REGIONE LIGURIA VOTA UN ORDINE DEL GIORNO
All'unanimità il Consiglio Regionale della Liguria ha votato un ordine del giorno che impegna il Presidente della Giunta Regionale a attivare ogni iniziativa utile per contestare la norma. L'iniziativa è del capogruppo di Alleanza Nazionale, Gianni Plinio. Quella di Trenitalia, ha commentato Plinio, primo firmatario dell'ordine del giorno, è «una disposizione assurda ed inaccettabile che va revocata. Le scadenti condizioni igieniche delle carrozze anche liguri non sono causate dalla presenza dei cosiddetti 'amici dell'uomo', bensì dalla colpevole negligenza di Trenitalia. Se dovesse passare, questo divieto comporterebbe una vera e propria istigazione all'abbandono di animali».
In queste ore, i coordinatori regionali dell'Enpa stanno facendo pressioni sui Consigli Regionali affinché l'esempio della Liguria sia seguito anche da altre Regioni

:: LA PREOCCUPAZIONE DEGLI AUSTRIACI
Gli austriaci sono allarmati e scandalizzati per la decisione di Trenitalia. Lo racconta il quotidiano di Innsbruck Tiroler Tageszeitung che ha dedicato molto spazio alla notizia. Molti austriaci amanti degli animali come tutte le popolazioni mittel-europee – spiega il quotidiano – sono allarmati poiché attraversano il Brennero in treno per arrivare in Alto Adige anche per una semplice gita di un giorno. Stessa cosa fanno i tedeschi della vicina Baviera. Un dirigente delle Ferrovie austriache (Oebb) ha detto al giornale di non sapere nulla di questa novità e non ha nascosto la propria preoccupazione anche perché attraverso il Brennero, nel vecchio Tirolo, i transiti turistici sono una norma.