19 aprile 2024
Aggiornato 07:30
A seguito di un procedimento scaturito da una segnalazione dell’Adiconsum

Uova “Ovito” sanzionate per “pratica commerciale scorretta”

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato infligge sanzioni pecuniarie di 300.000 ¤ alla FIMP e di 120.000 ¤ alla Gruppo Novelli s.r.l.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato la Federazione Italiana Medici Pediatri – un’associazione cui aderisce circa il 90% dei medici pediatri convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale – e la Gruppo Novelli s.r.l. – che produce e commercializza prodotti alimentari da forno, uova e mangimi – al pagamento di sanzioni amministrative pecuniarie, rispettivamente di trecentomila e di centoventimila euro, per «pratica commerciale scorretta».

Il procedimento era stato avviato nel febbraio scorso in seguito ad una segnalazione dell’Adiconsum (riunita ad un’altra analoga del Ministero della Salute che coinvolgeva anche altri soggetti) relativa ad un messaggio pubblicitario presente sulle confezioni delle uova «Ovito», prodotte dal Gruppo Novelli. Il messaggio recitava «Ovito: l’unico uovo approvato dalla Federazione Italiana Medici Pediatri» ed era proposto unitamente al logo «approvato dalla FIMP – Federazione Italiana Medici Pediatri». Nella segnalazione l’Adiconsum faceva notare che tale messaggio integrava la fattispecie di pratica commerciale scorretta in quanto «idoneo a falsare in misura rilevante le scelte economiche dei consumatori» facendo leva sulla sensibilità che i genitori hanno verso l’alimentazione dei propri bambini, inducendoli di fatto a credere erroneamente che Ovito fosse l’unico uovo ad aver ottenuto «l’approvazione», tra i tanti esaminati da FIMP, e che tutti gli altri fossero stati esclusi perché non meritevoli.
 
Dall’istruttoria avviata dall’Antitrust è emerso il grave comportamento scorretto principalmente della FIMP, che commercializzava il proprio marchio senza effettuare attività di analisi o di ricerca medico-scientifica sui prodotti ai quali veniva concesso il logo «Approvato dalla FIMP».
 
La sanzione di 300.000 euro, comminata per aver sfruttato il credito riposto dai consumatori nei medici pediatri esclusivamente per finalità commerciali, si aggiunge a quella di 40.000 euro già irrogata per «aver fornito informazioni non veritiere» all’Autorità nel corso dell’istruttoria.