29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Salussola

L’Ordine dei medici di Biella contro la discarica di amianto

Siglato un documento in cui il sito proposto a Salussola viene definito «inaccettabile». Martedì sera assemblea del fronte del no, sostenuto da una petizione con 4.530 firmatari

SALUSSOLA – «L’ordine dei medici di Biella esprime una dichiarazione di inaccettabilità dell’impianto costituendo nel comune di Salussola. Tale dichiarazione è resa a protezione dell’ambiente, della popolazione attuale e futura di tale territorio». Una posizione nettissima quella presa dai medici biellesi nei confronti del progetto per lo stoccaggio di cemento-amianto nella zona del Brianco, ed una posizione che non ha precedenti nella, già sufficientemente triste, storia locale dello smaltimento rifiuti. Neppure per Fenice ci si era spinti così in là, all’epoca erano stati i medici dell’Ospedale degli Infermi a siglare un documento per la tutela della salute, questa volta è l’intero corpus scientifico biellese a dire la sua.

L’ASSEMBLEA PUBBLICA - La lettera dell’Ordine dei Medici è stata resa pubblica martedì sera, durante l’ultima assemblea del Comitato Salussola Ambiente è Futuro, impegnato contro il progetto della società Acqua & Sole fin dalla sua presentazione. Una riunione che ha voluto fare il punto su quanto sta accadendo, e quanto è accaduto negli ultimi mesi. Tanto per cominciare, martedì mattina si è tenuta in Provincia una Conferenza dei Servizi, la prima dopo la ripresentazione del progetto da parte della società a seguito delle osservazioni poste in fase di valutazione. «Il Progetto ripresentato in dicembre è sostanzialmente la copia di quello precedente – ha affermato il Comitato – il proponente ha semplicemente aggiunto alcune puntualizzazioni alla luce di alcune delle nostre osservazioni». Insomma, una ripartenza non proprio esaltante, a cui fa da contraltare, però, l’apertura di un’Inchiesta Pubblica sul merito, che porterà ad una sospensiva di tre mesi dell’iter di valutazione del progetto.

L’INCHIESTA PUBBLICA – Non si tratta solo di tre mesi di respiro per chi la discarica non la vuole, in pratica tutti i salussolesi, più molti cittadini dei comuni limitrofi (visto che la petizione contro l’insediamento ha raccolto 4.530 firme), ma di un procedimento che prevede la nomina di una commissione ad hoc, che si occuperà di verificare anche la posizione dei cittadini. Un punto di vista necessario, in quanto nelle valutazioni dei siti per lo smaltimento dei rifiuti nel Biellese si è verificato più volte un rimpallo di competenze tra organi politici e tecnici. Insomma, mettersi di traverso pare non piaccia a nessuno. Tuttavia martedì sera era presente in aula anche il sindaco di Salussola Carlo Cabrio, più volte criticato per non aver preso una posizione netta fin dal principio, che ora non esclude la possibilità di usare l’arma della destinazione d’uso dei terreni per bloccare il sito. Una dei pochi assi nella manica dei comuni è proprio destinare i terreni in cui si vorrebbero insediare delle discariche ad un uso differente e non compatibile, lo ha fatto Tronzano Vercellese.

LE RAGIONI DEL NO - Ma perché il progetto di Acqua & Sole viene osteggiato con tanta forza? Le ragioni sono sostanzialmente tre. Prima di tutto il rischio salute: Acqua e Sole porterebbe in regione Bianco 2milioni di metri cubi di cemento-amianto, stoccati in una discarica dell’ampiezza, per intenderci, di 12 campi di calcio, che oltre allo scavo di profondità andrebbe a prevedere anche una «collinetta», grazioso termine con cui viene indicato un sopralzo. L’amianto è conosciuto come fibra praticamente indistruttibile, per la quale i rischi di esposizione sono legati di fatto all’inalazione, ma non solo: «Gli studi ci dicono che l’amianto è pericoloso anche per ingestione – ha spiegato durante la serata il dottor Graziano Piana, promotore del documento firmato dall’Ordine biellese – e che non esiste una soglia di esposizione al di sotto della quale si possa escludere l’insorgenza del cancro». Su come smaltirlo ci sono molte correnti di pensiero, si parla di inertizzazione, oppure di smaltimento in siti di profondità, come le ex miniere, ma la discarica a livello terra non è tra quelle predilette dagli esperti.