29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Ambiente

Discarica al Brianco: Salussola dice “No”

Assemblea dei cittadini contrari al progetto. Alla riunione anche Pizzi di Co.s.r.a.b. si schiera per il “No”. Comune assente, Cabrio: «Incontro pubblico ufficiale venerdì 16 con i proponenti»

SALUSSOLA – Una discarica con un invaso profondo 15 metri e un sopralzo sul piano campagna di 17, per una capienza complessiva da 2 milioni di metri cubi. Questi i tre numeri possono dare, già da soli e per sommi capi, un ordine di grandezza sul progetto depositato da Acqua&Sole Srl per un sito di stoccaggio di rifiuti in cemento-amianto nella zona del Brianco. Al vaglio della Provincia, l’idea non entusiasma proprio tutti i salussolesi, ed è già partita una campagna per il «No».

Le ragioni del «No»
A spiegare le ragioni di chi il sito proprio non lo vuole ci hanno pensato, venerdì scorso durante  una serata informativa aperta al pubblico, i rappresentanti di un comitato spontaneo di cittadini, guidato, da Simonetta Magnone, con l’ausilio del Movimento Valledora, da anni attivo per la salvaguardia dell’omonima regione cavagliese. Il vecchio adagio lo conosciamo bene «i rifiuti esistono e da qualche parte vanno messi», tuttavia la locuzione «da qualche parte» è un tantino generica e l’amianto, si sa, è oggetto pericoloso. Acqua&Sole Srl ha identificato un’area del Brianco come sito ideale, peccato che si trovi a soli 2km dal centro di Salussola Monte, ben più vicino ad altre zone abitate, a due passi dalle coltivazioni risicole, e che custodisca, come molti luoghi del Basso Biellese, zone di ricarica delle falde acquifere che nutrono i paesi a valle.

L’amianto volatile e indistruttibile. Dove metterlo?
Il cemento amianto è quello derivante da costruzione, ad esempio le coperture in eternit, il suo stoccaggio richiede molta cautela, perché le fibre d’amianto sono praticamente indistruttibili e molto volatili, quindi basta che finiscano nell’aria per far danni, con ripercussioni a lunghissimo termine. Dove metterlo, dunque? «Non qui – risponde risoluta Simonetta Magnone – anche perché la Regione Piemonte nel proprio piano di smaltimento dell’amianto ha monitorato 700 siti idonei e Brianco non è tra questi. Tra l’altro l’Unione Europea spinge per la ricerca di nuove tecnologie e boccia le discariche come questa, ma va detto che la sperimentazione non è ancora matura». Un’alternativa arriva da Isde Italia, associazione di medici impegnati nella tutela della salute e dell’ambiente. «Pensiamo alle miniere di gesso – commenta Marco Calgaro - solo in Piemonte ce ne sono circa 6 dismesse, sono in profondità, ampie abbastanza, ed il gesso è un elemento statico e poco impermeabile».

Il Brianco in bilico tra riso e asbesto
Oltre al pericolo salute uno degli argomenti più sentiti è quello agricolo. A Salussola si produce il riso dop della Baraggia ed il rischio di contaminazione preoccupa: «Le nostre coltivazioni sono soggette a controlli molto stringenti – commenta Carlo Zaccaria, risicoltore che coltiva a pochi passi dal sito individuato – oltre a questo, mi fa male leggere nel progetto di Acqua&Sole che il Brianco viene considerato come un’area improduttiva e povera anche dal punto di vista ambientale, mentre da noi le colture ci sono eccome e in quanto alle biodiversità non dobbiamo di certo aspettare l’intervento di bonifica di Acqua&Sole per guadagnarne di più»

Contrario anche il Cda di Co.s.r.ab. Assente il sindaco
In sala anche il vicepresidente di Co.s.r.a.b., Alessandro Pizzi che si è dichiarato contrario al sito, mentre è saltata all’occhio l’assenza di rappresentanti dell’amministrazione comunale. «Siamo tutti scontenti – commenta il sindaco Carlo Cabrio – non ho presenziato perché faremo un’assemblea pubblica venerdì 16 alle 21 al salone polivalente, a cui parteciperà anche l’azienda proponente. Quello sarà il momento ufficiale in cui esprimere le proprie opinioni o rimostranze. Il Comune nel frattempo ha incaricato un esperto del Politecnico di Torino per valutare il progetto».