Immobili confiscati alla 'ndrangheta: il punto con il presidente di Libera
Nei giorni scorsi il Tribunale di Milano ha requisito il patrimonio di due commercialisti milanesi vicini all'organizzazione mafiosa. Sigilli anche nel biellese, ma la strada per restituire i beni alla comunità è ancora lunga, spiega Domenico Cipolat
BIELLA – Dopo che nei giorni scorsi sono stati confiscati alcuni immobili riconducibili al clan della 'ndrangheta dei Mangano anche nel Biellese, abbiamo fatto il punto della situazione con il presidente di Libera Biella, Domenico Cipolat.
«Si tratta di alcuni cascinali e rustici sparsi nei comuni di Vallemosso, Pray e Strona», ci ha detto. «Siamo in contatto con i sindaci per avviare un percorso per restituire alla comunità questi beni sequestrati all'organizzazione mafiosa nel luglio del 2014, ma è un percorso lungo».
Ora infatti i beni saranno incamerati dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e inizierà l'iter burocratico per deciderne che farne. «Nel peggior caso andranno all'asta», ha spiegato Cipolat, «ma lo scopo di Libera è di creare le condizioni perché si sviluppino sul territorio delle iniziative imprenditoriali sane ed è questo che vorremmo fare».
Il presidente di Libera Biella ha concluso: «Purtroppo ci vorrà ancora molto tempo prima che si deciderà cosa fare di questi edifici. Penso che sarebbe opportuno avviare una riflessione sull'attuale legislazione in materia, per cercare di snellirne procedure e tempistiche».