8 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Le peggiori inondazioni che hanno colpito la Thailandia negli ultimi cinquant'anni

Le inondazioni minacciano le stazioni metro a Bangkok

Chiuso un enorme centro commerciale nel quartiere nord della capitale. Monta la rabbia nelle periferie, abbandonate per salvare il cuore finanziario. Il costo del disastro, secondo le ultime stime del ministero delle Finanze, sfiora i 4,2 miliardi di euro

BANGKOK - Le peggiori inondazioni che hanno colpito la Thailandia negli ultimi cinquant'anni sono arrivate all'estremo nord di Bangkok, obbligando un enorme centro commerciale a chiudere e minacciando numerose stazioni della metropolitana della capitale tailandese. Un quinto della megalopoli di 12 milioni di abitanti è ormai sotto un'acqua impregnata di fango, detriti tossici, carcasse di animali e tutti i pericoli sanitari che ne conseguono.
Questa massa putrida avanza lentamente, ma inesorabilmente, ogni giorno un po' di più ed è arrivata a Lat Phrao, nel nord della città, dove un grande centro commerciale, il Central Plaza, ha dovuto chiudere le sue porte. Un portavoce della metropolitana sotterranea di Bangkok, inoltre, ha indicato che tre stazioni - Lat Phrao, Phanon Yothin e Chatuchack Park - saranno chiuse se l'acqua raggiungerà i 40 centimetri. Il grande mercato di Chatuchak, meta molto amata dai turisti, non aprirà neanche questo fine settimana, su richiesta dei commercianti.
Le inondazioni seguite ai monsoni hanno provocato almeno 442 morti negli ultimi tre mesi e colpito milioni di persone, soprattutto nel nord e nel centro del paese. A Bangkok le autorità hanno chiesto di evacuare totalmente otto dei 50 distretti e in modo parziale altri quattro, per un totale di circa 1,7 milioni di abitanti.

Monta la rabbia nelle periferie, abbandonate per salvare il cuore finanziario - Rimangono inoltre i problemi legati alla carenza di acqua e alle difficoltà di distribuire le razioni alimentari. Le autorità tentano di drenare le acque tramite i fiumi e i canali e di salvare il cuore finanziario e commerciale della città, la cui paralisi avrebbe conseguenze catastrofiche, soprattutto sul piano economico. Ma montano la rabbia e l'impazienza nelle periferie, dove i residenti si sentono trascurati per salvare il centro economico e i suoi bei quartieri.
Sul fronte degli aeroporti, resta chiuso lo scalo nazionale di Don Mueang, mentre l'aeroporto internazionale funziona normalmente, dato che è protetto da un muro di 3,5 metri di altezza e sorvegliato in modo costante. Il piano di emergenza sarà attuato solo se le acque raggiungeranno i 2,5 metri di altezza.
Il costo del disastro, secondo le ultime stime del ministero delle Finanze, sfiora i 180 miliardi di Baht (4,2 miliardi di euro), mentre la crescita economica è calata di 1,7 punti per attestarsi a circa il 2% nel 2011.