26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Assegnato il premio “Bandiera Verde Agricoltura” 2008 promosso dalla CIA

L’agricoltura ha la sua “mappa” della qualità

Un grande patrimonio di sapori, tipicità, tradizioni e paesaggi naturali che fanno grande il nostro Paese e valorizzano sempre più il “made in Italy” nel mondo

Assegnato il premio «Bandiera Verde Agricoltura» 2008 promosso dalla Cia.. Riconoscimenti per comuni, aziende agricole e personaggi che hanno salvaguardato consuetudini millenarie e che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’ambiente e del territorio rurale.

L’agricoltura italiana non porta in tavola «veleni». Sicurezza, qualità e tipicità sono le prerogative essenziali del lavoro e dell’impegno dei nostri produttori. Un lavoro, spesso nascosto, che racchiude un patrimonio formidabile, fatto di tradizioni e anche di innovazione. Un patrimonio che la Cia-Confederazione italiana agricoltori ha inteso premiare e valorizzare attraverso «Bandiera Verde Agricoltura», un marchio attraverso il quale si dà pieno riconoscimento a tutti quei comportamenti «virtuosi» tesi a tutelare l’ambiente, ad esaltare le produzioni legate al territorio. Una grande «mappa» della qualità agricola che non è composta soltanto di Dop ed Igp, di cui deteniamo il primato a livello europeo, ma anche di tante piccole realtà rurali che consentono all’agroalimentare «made in Italy» di essere fortemente variegato e diversificato e di raggiungere «eccellenze» inimitabili e inestimabili.

E così tra i premiati troviamo comuni, aziende agricole e personaggi che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’ambiente, del territorio rurale e del paesaggio. Una sorta di itinerario enogastronomico legato a particolari ed unici prodotti della terra e ad esperienze e tradizioni che evocano suggestioni ed usanze anche millenarie nel rapporto tra l’uomo e la natura.
Una «mappa» che si snoda lungo tutta la Penisola attraverso la quale si esalta l’impegno di tante persone e si scopre una realtà fatta di paesaggi «ristrutturati» e riportati alla loro primordiale origine, di comuni «arredati» e «decorati» di verde, di formaggi, di carni, di oli e di vini che vengono lavorati come più di cinque secoli fa, di latte d’asina che si usa per fare formaggi, ma anche per prodotti innovativi di cosmesi. Una realtà, insomma, che non ha nulla a che vedere con quei «veleni» alimentari che troppo spesso importiamo dall’estero, come il recente caso della carne alla diossina.
Insomma, una «mappa» della qualità non solo dell’agricoltura, ma dell’intero territorio nazionale. «Mappa» che la Cia ha voluto disegnare attraverso «Bandiera Verde Agricoltura», in modo di dare voce e valorizzare un mondo, troppo spesso dimenticato e al quale si sono anteposte produzioni di carattere industriale che non hanno alcun legame con il territorio, con la cultura, le tradizioni, i sapori delle nostre terre. Un riconoscimento che dà valore al nostro Paese e a tutto quello che favorisce uno sviluppo sostenibile, una difesa della natura e un agroalimentare che racchiude sapienze antiche e valori che travalicano gli stessi confini nazionali. E sta proprio qui il successo di «un made in Italy» che in tutto il mondo conquista fiducia ed è apprezzato sempre di più.
Il premio «Bandiera Verde Agricoltura» è giunto alla sua V edizione ed è patrocinato dai ministeri delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dell’Ambiente e della Gioventù.

COMUNI

-CARPINETI (Reggio Emilia), per aver ottenuto la Certiquality ISO 14001:2004 per il proprio «Sistema ambientale integrato», per la protezione del territorio, il risparmio energetico, la gestione dei rifiuti. Dal 2008 presenta un Bilancio ambientale.
-FARA SAN MARTINO (Chieti), per la promozione e la realizzazione di progetti volti alla gestione dei rifiuti, al recupero e valorizzazione della Villa Comunale, alle energie rinnovabili e alla promozione del territorio.
-GRECCIO (Rieti), per aver posto in essere la sistemazione e ristrutturazione di una strada rurale pubblica per lo sfruttamento agricolo del territorio.
-FREGONA (Treviso), per la conservazione, attraverso la denominazione di origine controllata del vino Torchiato di Fregona, di una biodiversità enologica originale e per aver adottato un nuovo Regolamento di Polizia Rurale e gestione ambientale, contenente norme anti-abbandono del territorio.
-ALTOMONTE (Cosenza), per aver valorizzato -con apposita festa- la tradizionale produzione del pane tipico ed aver realizzato il progetto «Contrade Ospitali» attraverso le varie realtà produttive agricole e artigianali del luogo.
-CRISPIANO (Taranto) , battezzata «la città delle 100 masserie», ha realizzato opere per la valorizzazione e la conservazione del territorio e del prodotto Puglia, ha realizzato un eco-museo delle piante ed essenze autoctone, ha recuperato un antico insediamento rupestre ed un antico acquedotto, ha coperto l’intero territorio comunale con una rete idrica sottotraccia per scopi irrigui. Ha recuperato e rese percorribili antiche stradi rurali.

AZIENDE

-AGRICOLA DUE TORRI (Catanzaro), per la puntuale ricerca, valorizzazione e proposta di una cucina tradizionale che recupera antiche ricette e ingredienti locali senza contaminazioni culturali estranee al luogo.
-COLLE REGNANO (Macerata), per aver realizzato un’azienda agrituristica ecocompatibile, con coltivazioni biologiche e utilizzo di energia fotovoltaica autoprodotta.
-AZIENDA BELLATI (Alessandria), per avere realizzato un’azienda vitivinicola biologica a ciclo completo, offrendo prodotti della tradizione locale (Brachetto, Moscato, Dolcetto e Barbera) ed innovativi (Chardonnay).
-BIOFRUTTA GOBBI (Forlì-Cesena), per aver saputo rinnovare un’azienda nata nel 1850 con ordinamento misto, trasformandola interamente in coltivazione ortofrutticola biologica e aver destinato un appezzamento boschivo al riparo degli insetti locali, utili all’azienda e all’ambiente e sensibilizzando nella tutela di questa biodiversità le aziende vicine.
-AZIENDA RUATTI (Trento), per aver trasformato l’azienda tradizionale in un’impresa zootecnica a ciclo completo con la trasformazione, somministrazione e vendita diretta di latte, formaggi, carni e insaccati ed aver progettato l’autosufficienza energetica per l’utilizzo delle biomasse e di pannelli solari.
-AZIENDA FLORICOLO CHIARA (Treviso), per aver realizzato nell’intera azienda serricola di 5 ettari un impianto energetico integrato mediante l’uso di materiali idonei e produzione di calore con stufe alimentate dagli scarti aziendali.
-LE CASE MARCEGLIE (Frosinone), per aver trasformato l’azienda tradizionale in azienda agrituristica e in fattoria didattica in grado di accogliere alunni di ogni ordine e grado scolastico e di coinvolgere tutti gli ospiti grazie anche ad un Progetto denominato «La Fattorie dei cicli» per l’apprendimento dei valori, delle conoscenze e delle tradizioni del mondo rurale.
-AZIENDA AGR. BIOL. PRISCO (Salerno), per aver realizzato e sviluppato un’azienda biologica ad indirizzo misto con api, uliveto e recupero di varietà di fichi tradizionali in coltura specializzata.
-AZIENDA ASILAT (Catania), per aver realizzato, provenendo da professionalità non agricole, una fattoria didattico-sociale per l’allevamento esclusivo di asine, l’utilizzazione -anche in prodotti innovativi di cosmesi- e la vendita del latte e le attività di onoterapia.
-AZIENDE AGRICOLE COMUNALI BIOLOGICHE «CASTEL DI GUIDO» E «TENUTA DEL CAVALIERE» DEL COMUNE DI ROMA, per avere trasformato due aziende di proprietà pubblica di circa 3.000 ettari in moderne imprese multifunzionali con un impianto di circa 1.000 ettari tra pinete ed altre essenze boschive, la trasformazione di circa 800 ettari a conduzione biologica, la conservazione del paesaggio agrario tipico dell’agro romano nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, l’accurata selezione di capi per l’allevamento da carne della tipica razza maremmana e da latte della razza frisona italiana, la realizzazione di una fattoria didattica e la fornitura alle mense scolastiche comunali di carne, latte e formaggi. Da qualche tempo è iniziata la sperimentazione di inserimento lavorativo e recupero per alcuni soggetti disabili.
-AZIENDA AGRICOLA SIERRO LO GRECO (Taranto), una masseria all’interno del parco regionale «Terra delle Gravine» e del quale è stata promotrice credendo nel possibile sviluppo del territorio tramite la valorizzazione ambientale e l’attività umana. Ventuno ettari con ordinamento colturale misto biologico e l’utilizzo di contenitori di maiolica locale per la commercializzazione dei prodotti. Totale recupero delle caratteristiche architettoniche locali e delle tradizioni (musica, danza, poesia).
-PARCO NATURALE GALLIPOLI COGNATO (Matera), per l’attività di tutela e gestione della foresta regionale e per aver realizzato un centro di recupero avifaunicolo selvatico e la creazione di un orto per la tutela e il recupero della flora autoctona.
-AZIENDA AGRITURISMO «I VIGNETI» (Sassari), per aver trasformato e rinnovato l’azienda paterna, tutelando tutta una serie di peculiarità e di tradizioni e valorizzando le coltivazioni e le produzioni con il metodo biologico. Il tutto attraverso anche l’attività agrituristica che, oltre a fornire ospitalità, consente di degustare prodotti enogastronomici legati al territorio e alla sua cultura.
-AZIENDA OLIVICOLA-OLEARIA NICOLA SANTORO (Brindisi), per la salvaguardia della biodiversità olivicola e la continua ricerca verso la qualità dell’olio extravergine. Particolarmente apprezzata la produzione di oli monovarietali che esaltano la diversità di gusto e di proprietà organolettiche delle diverse cultivar.
-«PODERE DEL GRILLO» (Pisa), un’azienda agricola legata alle tradizioni e al territorio che, ispirandosi ad un antico Saggio di agricoltura del 1758, oggi coltiva -tra l’altro- varietà locali altrimenti destinate a scomparire quali il pomodoro grinzoso di San Miniato, dal quale produce una singolare marmellata, e il «carciofo sanminiatese» già presente nel catasto leopoldino.