19 aprile 2024
Aggiornato 01:00
L'evento

A Gemona riparono le ex carceri del Castello dopo più di 40 anni

Giovedì Vittorio Sgarbi aprirà la mostra dei parallelismi culturali. L’amministrazione comunale: «Così viviamo un nuovo Rinascimento»

GEMONA DEL FRULI - Il 19 dicembre sarà una data che tutti i gemonesi, e non solo, potranno conservare nella memoria: l’edificio delle ex carceri del Castello di Gemona sarà riaperto per la prima volta dopo il terribile sisma che lo distrusse nel 1976, per testimoniare che la calamità non è riuscita a cancellare il valore e il senso della storia e delle radici di questa terra.

La riapertura di questa maestosa cornice avverrà giovedì 19 alle 12 con l’inaugurazione della mostra 'Il Friuli al tempo di Leonardo', che sarà introdotta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e che è stata realizzata nell’ambito della rassegna di eventi 'Frammenti di Genio: Costruire e Reagire da Leonardo al Rinascimento in Friuli', promossa dal Comune di Gemona del Friuli con il supporto della Regione Friuli-Venezia Giulia. Il progetto metterà in luce un modo nuovo di rileggere la storia grazie alle più moderne tecnologie e ad apparati multimediali che trasformeranno la visita in un’esperienza immersiva capace di coinvolgere tutti i sensi.

Che cosa unisce il genio di Leonardo a Gemona? La voglia di rinascita culturale e morale che dopo il terremoto del 1976 ha consentito al Friuli e alla stessa Gemona di vivere un nuovo Rinascimento. Un insieme di parallelismi tra il Friuli com’era nel Quattrocento e nel Cinquecento e il genio di Leonardo che contemporaneamente si esprimeva nell’Ultima Cena condurranno, fino al 22 marzo, i visitatori in un viaggio nel tempo, un viaggio tra le trame della vita. Nelle antiche carceri sarà esposta la 'Madonna con Bambino' di Cima da Conegliano, gioiello indiscusso della città di Gemona, la riproduzione del soffitto della chiesa di San Giovanni presentata secondo la struttura originale pensata da Pomponio Amalteo, l’artista che l’ha realizzata. Le linee di questi dipinti saranno contrapposte a quelle dell’Ultima Cena per trovare il filo conduttore con Leonardo, che tra l’altro fece tappa anche a Gradisca.

«Abbiamo voluto imprimere un’accelerazione per riutilizzare almeno una parte del maniero, riconsegnandolo alla comunità gemonese e regionale, quale luogo simbolo della ricostruzione - spiega il sindaco Roberto Revelant, precisando che non si tratta dell’inaugurazione del Castello in quanto i lavori non sono ancora terminati -. Tuttavia - prosegue il sindaco - riteniamo che non si possa attendere quel momento anche in considerazione del fatto che partirà proprio ora la progettazione degli ultimi 2 lotti che interesseranno la risalita meccanizzata e la 'torate'. Ringraziamo - aggiunge - l’assessore regionale Tiziana Gibelli e la Soprintendente Bonomi per averci aiutato in questo primo avvio di un progetto culturale che vogliamo consegnare alla nostra città. Il messaggio più forte lo vogliamo mandare a tutti i gemonesi e a tutte le attività economiche, in particolare quelle del centro storico: questo sarà un nuovo punto di partenza, che assieme ad altre scelte strutturali che vedremo nei prossimi mesi, punterà a rilanciare il cuore della nostra città ritornando a diventare riferimento per un territorio molto ampio e che possa attirare nuovi investitori».

L’assessore comunale alla Cultura, Flavia Virilli, si sofferma infine sulla rilevanza del progetto culturale che sta dietro all’apertura dell’edificio delle ex carceri del castello, che avviene nell’anno del 500° anniversario della morte di Leonardo e «celebra non solo la rinascita culturale, della quale il genio di da Vinci fu precursore, ma diventa anche il germoglio di una nuova rinascita: quella che tutti auspichiamo per il centro cittadino, che freme nell’intento di valorizzare, in una cornice nazionale, la propria ricchezza fatta di storia, cultura e memoria». «L’esordio - conclude Virilli - avverrà con una mostra importante, per i contenuti storici e documentali che andrà a proporre, e che ha preso forma anche grazie al prezioso supporto di prestigiose realtà nazionali e internazionali, quali le università di Chicago, Udine e Trieste e la Biblioteca Ambrosiana di Milano».