Quando i «sensori» aiutano la salute dell'uomo? Se n’è parlato al Cism
A Udine si è discusso, con un gruppo di esperti provenienti da tutto il mondo, di «Trasduttori elettromeccanici: principi e tecnologie»
UDINE - «La disponibilità di dispositivi avanzati per misurare, regolare e controllare, diverse quantità meccaniche o elettriche, che in linguaggio tecnico vengono definiti «sensori» e «attuatori», al giorno d'oggi è importante in numerose applicazioni che vanno dall’ingegneria meccanica, all’automazione industriale, o dei processi, alla salute dell'uomo e fino alla tutela dell'ambiente» a spiegarlo il professor Vittorio Ferrari, dell’Università di Brescia, in questi giorni ospite del Cism - International Centre for Mechanical Sciences - di Udine nell’ambito di un corso intitolato «Trasduttori elettromeccanici: principi e tecnologie».
LE RICADUTE PRATICHE - Per i non addetti ai lavori una tematica tanto tecnica potrebbe apparire lontana dalla quotidianità eppure, come Ferrari ha precisato - facendosi portavoce dei coordinatori del corso, i professori Hans Irschik e Bernhard Jakoby, dell'Università Giovanni Keplero di Linz, in Austria - «sono tematiche importanti che possono avere ricadute significative sia dal punto di vista scientifico e ingegneristico, che da quello applicativo per la tutela dell'ambiente, della salute delle persone, per migliorare lo stile di vita, e per migliorare anche la sostenibilità e favorire la crescita economica della società».
MULTIDISCIPLINARE - I cinque docenti intervenuti (oltre ai tre già citati si ricorda anche Pasqualina Sarro docente alla Tu Delft, nei Paesi Bassi, e Michiel Vellekoop dell'Università di Brema, in Germania, ndr), esperti internazionali del settore, hanno potuto trasferire «e interagire con una ventina di studenti, dottori di ricerca, e ricercatori europei, per trattare le frontiere di questa disciplina e per cercare di stimolare una sensibilità e una conoscenza delle tecniche e delle applicazioni più avanzate». Si è trattato di «un approccio multidisciplinare che unisce la meccanica, l’elettronica, la fisica, per affrontare problematiche importanti, con ricadute che vanno anche al di fuori dalla scienza pura», come già precisato.
CISM - In conclusione il professor Ferrari ha voluto sottolineare come il Cism di Udine sia «il luogo ideale per un’esperienza di questo genere. Ancora una volta si conferma la sede adatta per riunire, in un ambiente scientificamente qualificato e sensibile a queste tematiche di impronta multidisciplinare, un gruppo di docenti e ricercatori che in alcuni giorni vissuti insieme approfondiscono le possibilità che la scienza attuale offre, e intravedono le prospettive future stimolando, nelle giovani generazioni, la capacità, non soltanto di affrontare dal punto di vista tecnico le nuove sfide, ma anche di sviluppare una sensibilità per poterne comprendere la portata. Quindi desideriamo esprimere il nostro apprezzamento, ringraziare per l'ospitalità e sostenere con forza e convinzione il futuro di questa di questa istituzione così importante per il Friuli e per l'Italia».
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