19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Arta Terme

Trova decine di reperti con il metal detector: condannato 50enne carnico

Perquisizione dei Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine che hanno rinvenuto un pugnale, dardi, monete, anelli, palle di piombo e medaglie

ARTA TERME - Si è conclusa con una condanna emessa dal Tribunale di Udine nei confronti di un 50enne di Arta Terme una vicenda iniziata un paio di anni fa che ha visto coinvolto un appassionato di ricerche archeologiche con l'uso di metal detector. L'uomo, nel tempo, ha collezionato un vero e proprio tesoretto con numerosi oggetti di rilevanza culturale. Il problema è che questa attività di 'metal detecting' era clandestina, con i beni rinvenuti che sono considerati proprietà dello Stato. 

Tutto ha avuto inizio nel 2016

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2016 quando i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Udine hanno messo fine a un'attività illecita di recupero e scambio di materiale esplosivo risalente al primo conflitto mondiale. A Gorizia fu scoperto un vero e proprio arsenale composto da 85 ordigni bellici carichi e da migliaia di cartucce, mentre ad Arta Terme spuntarono decine di monete di vario conio e dimensioni risalenti all'epoca romana e medievale. All'epoca il soggetto goriziano fu arrestato mentre il carnico fu denunciato a piede libero. Le indagini consentirono di individuare un altro soggetto, anche lui carnico. 

Effettuata una perquisizione domiciliare 

Nei suoi confronti la Procura ha autorizzato una perquisizione domiciliare eseguita dai carabinieri del Nucleo Tpc di Udine che ha consentito di sequestrare una serie di reperti storico archeologici recuperati illecitamente non solo in Carnia, ma in tutto il territorio regionale. E' stato trovato un pugnale di epoca medioevale, 16 dardi di epoca romana, 18 monete risalenti al periodo della Serenissima Repubblica Veneta, 9 anelli di epoca medievale, 41 palle di piombo di vari calibri per archibugio, 6 medaglie votive in ottone risalenti al XIX secolo e 2 metal detecor. L'uomo è stato quindi denunciato e condannato per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. I beni sono stati sequestrati e consegnati alla Soprintendenza regionale che ne disporrà l'assegnazione ai diversi enti museali presenti sul territorio.