29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Nel mirino un'impresa di servizi di pulizie

Lignano: 300 dipendenti ‘in nero’ ed evasione fiscale milionaria

L’attività svolta ha consentito di intervenire, in modo incisivo, su un significativo fattore di distorsione della concorrenza in un settore essenziale al supporto dell’economia legata al turismo

LIGNANO - Continua l’azione di contrasto all’evasione fiscale nei settori connessi al turismo attuata dalla Guardia di Finanza nella località balneare di Lignano Sabbiadoro. Nel mirino delle Fiamme Gialle è finita questa volta un’impresa che fornisce servizi di pulizie alle numerose strutture ricettive turistiche, sia della località balneare friulana che di altre zone d’Italia.

L’EVASIONE - Le contestazioni formulate, al termine della verifica, riguardano oltre 3.700.000 euro di maggiori ricavi, iva evasa per 1.400.000 euro e Irap (imposta regionale sulle attività produttive) per 135.000 euro. È in particolare sulla gestione del personale dipendente che ha preso avvio e si è incentrata l’indagine fiscale. Sono circa 300 i lavoratori irregolari che hanno percepito stipendi 'in nero' per 1.079.000 euro. All’impresa, sono state contestate inoltre ritenute fiscali non operate e non versate per 248.000 euro.

LAVORAVANO ‘SOLO’ 2 ORE - Dalla documentazione acquista nell’ambito delle operazioni di verifica è emersa una situazione incongrua: tutti i dipendenti regolarmente assunti avevano un contratto per sole 2 ore lavorative e una busta paga di poco più di 200 euro. In realtà i lavoratori venivano avviati o accompagnati già alle prime luci dell’alba nei vari hotel, appartamenti, case vacanza per eseguire le pulizie o il cambio delle lenzuola e, per il lavoro svolto - anche di 10 ore giornaliere - ricevevano un 'fuori busta' mensile di circa 1.200 euro.

‘IN NERO' - La ricostruzione certosina dei dati acquisiti ha permesso di accertare l’irregolare impiego di: 272 lavoratori occupati al minimo sindacale superiori a quelli certificati; 19 dipendenti impiegati attraverso un fittizio distacco di manodopera attuato da un’altra azienda consociata a quella verificata; 3 lavoratori totalmente in nero. Il pagamento di stipendi «in nero» è poi risultato sintomatico di una gestione altrettanto irregolare dal lato dei ricavi, e l’entità dell’evasione delle imposte complessivamente dovute è stato calcolato proprio tenendo conto del flusso finanziario utilizzato per pagare i dipendenti, la cui provenienza è risultata riconducibile a ricavi non dichiarati. Complessivamente, l’illecito risparmio sulle imposte e sui contributi per i dipendenti permetteva all’impresa di essere sempre molto competitiva sui prezzi offerti agli operatori del settore e di acquisire quindi sempre maggiori commesse.

CONCORRENZA SLEALE - L’azione congiunta dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Udine e dei finanzieri della Brigata di Lignano Sabbiadoro ha permesso di accertare anche l’evasione dei contributi previdenziali e assistenziali per 444 mila euro. L’attività svolta ha consentito di intervenire, in modo incisivo, su un significativo fattore di distorsione della concorrenza in un settore essenziale al supporto dell’economia legata al turismo, nel quale l’impiego di manodopera irregolare costituisce un vantaggio competitivo illecito a danno, oltre che dell’Erario, degli operatori corretti e degli stessi lavoratori.