16 maggio 2025
Aggiornato 07:00
il 28 aprile

Far East Film Festival 20 è tempo di una grandissima Closing Night!

A cominciare, ovviamente, dall’attesissimo Chedeng and Appledi Rae Red e Fatrick Tabada

UDINE – Ultima giornata del Far East Film Festival 20, ultimo viaggio nel cuore pop del cinema asiatico. E che viaggio! Se la Closing Night di sabato 28 aprile punterà su dueautentici capolavori, il Cuore di tenebra indonesiano Night Bus di Emil Heradi e lo splendido evergreen Throw Down di Johnnie To (restaurato dal Feff, con L’Immagine ritrovata di Bologna, e presentato in prima mondiale), fin dal mattino il programma non farà economia di gioielli. A cominciare, ovviamente, dall’attesissimo Chedeng and Appledi Rae Red e Fatrick Tabada, un’opera prima già destinata allo scettro di cult movie che radicalizza, senza tanti complimenti, lo schema narrativo di Thelma & Louise.

UN’IRRESISTIBILE BLACK COMEDY che spiazza e diverte, spingendo forte sull’umorismo pulp e sugli eccessi. Chedeng e la sua amica Apple sono arrabbiate. Molto arrabbiate. E sono pure molto cattive. Due bad girls al 100%. Anzi: due bad ladies. Le over 60 più terribili delle Filippine! Superfluo aggiungere che le straordinarie protagoniste (Gloria Diaz, Miss Universo 1969, ed Elizabeth Oropesa, diva da sempre), assieme ai registi, saliranno sul palco udinese, così come Emil Heradi e il Re di Hong Kong, Johnnie To, amico fraterno del Feff dalla primissima edizione. Edizione, quella del 1999, che lo vide trionfare agli Audience Award con il suo ormai leggendario A Hero Never Dies!   

AL FAR EAST FILM FESTIVAL, appunto, i migliori film sono scelti dal pubblico e i vincitori – che saranno proclamati verso le 00.30, dopo la proiezione di Throw Down – si portano a casa i Gelsi del Feff, gli ’Oscar popolari’ assegnati ai titoli più votati e più amati della line-up. 55 i film in competizione quest’anno (su 81 titoli complessivi), 21 su 55 le opere prime o seconde. Un autentico tesoro. Un autentico vivaio di cineasti asiatici del futuro che hanno fatto di tutto per approdare a Udine e che Udine ha fatto di tutto per arruolare! Da quest’anno, dunque, si è aggiunta una nuova ‘statuetta’: il Gelso Bianco per la migliore opera prima o seconda, assegnato dal produttore hongkonghese Albert Lee, il produttore americano Peter Loehr e lo sceneggiatore italiano Massimo Gaudioso (firma storica del cinema di Matteo Garrone). Una piccola rivoluzione che porta chiaramente in sé qualcosa di più grande: tutte le radici che il festival ha piantato, curato e visto crescere dal 1999 a oggi.