28 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Il caso

Sfratti dalle case Ater: la storia della signora Rosa

L'intervento del Codacons tramite il vicepresidente Fvg Chiarla a difesa della donna, che avrebbe dovuto essere buttata fuori casa qualche giorno fa

UDINE - «Ho voluto portare alla luce il caso della signora Rosa, ma in Friuli, situazioni simili, ce ne sono a centinaia». Pierluigi Chiarla è il vicepresidente Codacons Fvg e da tempo sta lottando per dare una mano alle persone sotto sfratto nelle case popolari. Persone con disagio, fragili, spesso con dipendenze (dal gioco d’azzardo o da alcol), che non vengono seguite come si dovrebbe dalle strutture pubbliche e che finiscono nei guai per l’incapacità di gestire il denaro (poco) di cui dispongono.

La donna si appella al giudice
Il caso segnalato da Chiarla riguarda la signora Rosa, 60 anni, che avrebbe dovuto essere sfrattata dalla sua casa di Udine i primi giorni di gennaio. Codacons Fvg, però, è riuscita a lanciare una raccolta fondi e a posticipare lo sfratto di qualche mese. «Rosa ha un debito con l’Ater di 5 mila euro più di altri mille euro per le spese legali – spiega Chiarla –. Siamo riusciti a versare 2 mila euro, ma il problema è stato solo rimandato, non risolto». Ciò che la signora Rosa chiede, nel video girato dallo stesso Chiarla, è l’affidamento dei suoi soldi (la donna lavora qualche ora al giorno in una casa di riposo come cuoca) a un amministratore di sostegno. «Mi appello al giudice – afferma Rosa – ho fatto degli sbagli e me ne vergogno, ma non voglio perdere la casa».

«Manca l'accoglienza verso gli italiani in difficoltà»
Chiarla assicura che di casi di questo genere, in Friuli, ce ne sono tanti. «Si parla tanto di accoglienza, ma questa accoglienza va data a tutti, anche agli italiani. Va data loro una dignità consentendogli di restare a vivere in una casa». Per dare una mano a Rosa e a tutte le persone nella sua stessa situazione, Chiarla chiede l’aiuto dei cittadini friulani: «Chi può doni del denaro, chi non può diffonda sui social questa storia. Chiediamo a chi governa, parlamentari, presidenti di regione, sindaci, assessori, di essere persone del fare e non del millantare. Siamo stufi di sentire il perché non hanno fatto, non ci sono giustificazioni che reggano, se una persona disabile arriva a 60 anni senza uno straccio d’invalidità e perfino sfrattata per morosità dalle case popolari, com’è possibile che nessuno si sia accorto in 60 anni che questa donna era facilmente manipolabile? Eppure i truffatori se ne sono accorti eccome...». Così si chiude lo sfogo del vicepresidente del Codacons Fvg.